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The Defiants – Drive – Recensione

09 Giugno 2023 9 Commenti Giulio B.

genere: Hard Rock
anno: 2023
etichetta: Frontiers

Tracklist:

Hey Life
Go Big Or Go Home
19 Summertime
What Are We Waiting For
Miracle
Against The Grain
So Good
Love Doesn’t Live Here Anymore
Another Time, Another Place
The Night To Remember
Nothing’s Gonna Stop Me No

Formazione:

Bruno Ravel: Bass
Paul Laine: Vocals, Guitar
Rob Marcello: Guitar
Van Romaine: Drums

Contatti:

https://www.facebook.com/TheDefiantsOfficial

 

“Chi ben inizia è a metà dell’opera”

Con questa citazione apro la mia cento1sima recensione su Melodicrock.it (avevo dimenticato la candelina con l’album “Get it right” degli Heavens Edge); devo infatti candidare la copertina di “Drive”, il biglietto da visita dell’album, come una delle più belle viste nel recente passato e merita indiscutibilmente di essere vista e acquistata nella versione vinile.
Torna, a quattro anni di distanza dall’ottimo “Zokusho”, la versione 2.0 dei D2; questo giro alfa-numerico mi serve per chiarire e dare solo una volta, un riferimento, senza essere ripetitivo: l’album è (in)direttamente marchiato a fuoco col nome Danger Danger.

I primi singoli segnano subito il sentiero che ci “guiderà” verso questo terza uscita discografica. La simil Chevrolet Bel Air raffigurata in copertina, dopo aver sbandato al primo singolo “Hey Life”, dall’incipit che svia verso territori hard rock oriented e dove si apprezza il lavoro di Rob Marcello, va a schiantarsi letteralmente col botto intitolato “19 Summertime”, una vera hit che ci fa strappare capelli e anche patente automobilistica. Tutto infatti funziona alla meraviglia, versi, bridge e ritornello, come avrebbe funzionato in un album tipo “Screw it”; una chicca hair-metal degli anni’80 trasportata nei giorni nostri. “Go Big Or Go Home” è il terzo singolo, sempre carico e vivo come lo slogan che lancia; stesso discorso per “Nothing’s Gonna Stop Me Now”, posta a fine scaletta, con chitarra pompose e tastiere che si intersecano alla perfezione.

Due canzoni che ci rimandano ai Bon Jovi degli anni’80 sono “What Are We Waiting For” e “So good” mentre “Miracle” è una ballata onesta, senza accelerare mai fino in fondo, come le Ferrari viste negli ultimi anni, ma che ci regala un Paul Laine profondo, intenso ed in grande spolvero. L’altra ballata è “Another Time, Another Place” che parla di una storia d’amore finita come non doveva finire. “Love Doesn’t Live Here Anymore” ha chiare sfumature AOR con quel ritornello intenso e profuso di melodia, un mix tra una semi ballata e un mid tempo. La parte più modernista dell’album risiede in “Against the grain” con quella uscita, parlata dall’assolo che merita di essere ascolta e riascoltata. A chiusura di questo gran premio musicale, metto in pista una canzone da rush finale. “The night to remember” ossia il perfetto connubio tra una canzone AOR e una canzone rock condita da un ritornello che sfreccia a tutta velocità verso la bandiera a scacchi.

© 2023, Giulio B.. All rights reserved.

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