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Recensione

85/100

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Mystery – Redemption – Recensione

15 Giugno 2023 13 Commenti Samuele Mannini

genere: Prog. Rock
anno: 2023
etichetta: Unicorn Digital

Tracklist:

1. Behind the Mirror (6:46)
2. Redemption (6:36)
3. The Beauty and the Least (9:15)
4. Every Note (6:01)
5. Pearls and Fire (12:43)
6. My Inspiration (8:24)
7. Homecoming (5:10)
8. Is This How the Story Ends? (19:11)

Formazione:

- Jean Pageau / vocals
- Antoine Michaud / keyboards
- François Fournier / bass, keyboards
- Jean-Sébastien Goyette / drums
- Sylvain Moineau / guitars
- Michel St-Pere / guitars, keyboards

Contatti:

https://www.therealmystery.com/
https://www.facebook.com/mysterysound

 

Ehhh… non c’è niente da fare, è sempre difficile conoscere tutto ed avere contatti con le più disparate etichette discografiche, per essere così sempre aggiornati in un panorama musicale ormai estremamente nebulizzato. Ad ogni modo, grazie ai ragazzi di Rock Of Ages, sono venuto a conoscenza dell’uscita di questo disco ed è stato amore a primo ascolto; ho quindi deciso di procurarmelo e seppur con un mese di ritardo sull’uscita, parlarne sulle nostre pagine.

I Mystery sono una band Canadese (e quindi partono già con mezzo punto in più 🙂 ), giunti ormai all’ ottavo album in studio, sono saliti alle cronache degli amanti del prog anche perché il loro precedente cantante, Benoît David, ha avuto una militanza negli Yes prima di dover concludere la sua carriera per dei guai alla laringe. Il mastermind del gruppo è comunque il chitarrista e polistrumentista Michel St-Pere che ha fondato la band nell’ormai lontano 1986.

Come ho detto non conoscevo affatto la band e non riesco quindi a collocare questo Redemption rispetto alle loro precedenti uscite, sgombro quindi da ogni pregiudizio e/o aspettativa posso subito dire che questo ultimo lavoro  è un gran bel disco di progressive rock a tutto tondo, certo si percepisce un certo effetto Rush in sottofondo, forse anche perché la timbrica vocale di Jean Pageau non è poi molto dissimile da quella di Geddy Lee, anche se a mio giudizio è molto più estesa e versatile. Musicalmente parlando oltre alle tracce di Rush, brillano numerose atmosfere Pink Floydiane e nel complesso non ci si vergogna a miscelare momenti tipici del Melodic rock con puntate e stacchi vicini al prog metal, insomma tutti gli ingredienti necessari per colpirmi al cuore.

Io vi consiglio vivamente di metterci le mani sopra preparandovi a gustare canzoni quali: la oscura, introspettiva ed ossessiva Redemption, veramente un pezzo di rara bellezza che colpisce subito il lato malinconico di ognuno. La languida ed introspettiva Every Note, non poi così lontana dalle atmosfere meno contorte proposte talvolta dagli Ecolyn. Molto bella anche la ariosa My Inspiration, che spazzerà via ogni velo di tristezza con il suo incedere epico e solare. Non mi sento di andare avanti col track by track, perché le canzoni sono solo otto, ma il disco dura ben 74 minuti ed è praticamente impossibile descrivere a parole tutta la complessità di ogni composizione rendendone bene gli innumerevoli dettagli, ma ora che vi ho inquadrato il disegno generale, sta a voi avventurarvi in questo universo pieno di epica poesia messa in musica. Buon viaggio!

© 2023, Samuele Mannini. All rights reserved.

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