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Recensione Classico

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Heart – Bad Animals – Classico

26 Maggio 2023 8 Commenti Vittorio Mortara

genere: AOR
anno: 1987
etichetta: Capitol
ristampe:

Tracklist:

WHO WILL YOU RUN TO
ALONE
THERE'S THE GIRL
I WANT YOU SO BAD
WAIT FOR AN ANSWER
BAD ANIMALS
YOU AIN'T SO TOUGH
STRANGERS OF THE HEART
EASY TARGET
RSVP

Formazione:

Ann Wilson – Voce
Nancy Wilson – Voce, chitarre e tastiere
Howard Leese – Chitarre e tastiere
Mark Andes – Basso
Denny Carmassi – Batteria

Ospiti:

Mike Moran – Tastiere
Tom Kelly – Cori
Holly Knight – Tastiere
Duane Hitchings – Tastiere
Efrain Toro – Percussioni
Tom Salisbury – Tastiere

 

Spesso quando si citano i classici dell’AOR si fanno i nomi di Journey, Foreigner, Survivor… dimenticandoci delle (degli) Heart. Sarà per l’idiosincrasia del pubblico hard nei confronti delle band con voce femminile, sarà perché, in effetti, la maggior parte dei tantissimi album delle sorelle Wilson non è affatto AOR. Fatto sta, però, che le Heart (a me piace usare il femminile, non me ne vogliano i maschietti della band) alla fine degli anni 80 hanno sfornato tre capolavori mostruosi del genere: “Heart” del 1985, questo “Bad animals” nel 1987 e “Brigade” nel 1990. Iniziamo col ricordare che il lavoro qui recensito fu uno dei primi ad uscire in formato CD con la stampigliatura DDD, cioè registrato, mixato e trasposto completamente in digitale: una rarità assoluta all’epoca per un disco di (hard)rock! La produzione multiplatino ad opera del gettonatissimo Ron Nevison è scintillante ed ancora oggi allo stato dell’arte! Ogni parte strumentale risulta perfettamente intelligibile, le voci delle Wilson sisters escono dalle casse dello stereo come se fossero li davanti a noi a cantare dal vivo! La gamma dinamica è straordinaria! Una goduria assoluta, specialmente se paragonata alle produzioni low cost ultracompresse dei nostri giorni… La chitarra di Howard Leese taglia e cesella con precisione ogni riff, ogni arpeggio, ogni assolo…La sezione ritmica Andes/Carmassi è uno strumento meccanico di precisione che non sbaglia mai un colpo, neanche il più difficile. Il songwriting è quasi tutto ad opera Wilson/Wilson/Leese, con varie collaborazioni a nome Diane Warren, Jim Steinman, Tom Kelly, Holly Knight… E scusate se è poco! Insomma, forze dispiegate in campo ce ne sono parecchie!
Si sente già dalle prime note di “Who will you run to”, adrenalinica hit firmata Warren, la direzione è presa: AOR di grande respiro e classe cristallina! Il secondo brano è da KO tecnico: “Alone”, mega ballad e mega hit nelle classifiche di mezzo mondo: l’intro e l’outro di piano e la voce struggente di Ann non possono non aver graffiato il cuore di un melodic rocker che si rispetti! “There’s the girl” è la risposta delle ragazze di Seattle a “That was yesterday” dei Foreigner: techno AOR cantato dalla sorella bionda e magistralmente eseguito da tutta la band. Il lento sofferto “Want you so bad” porta la stessa firma Kelly/Steinberg di “Alone” e, almeno per chi vi scrive, risulta ancora più emotivamente coinvolgente per la forza interpretativa dei gorgheggi di Ann. “Wait for an answer” è la cover di un brano della rocker italo/canadese Lisa Dalbello dalle mosse sensuali e sornione, dominate da brillanti tastiere. La title track è un blues retto dalla chitarra di Leese che da modo ad una spettacolare Ann Wilson di sfoderare una delle migliori interpretazioni della sua pur immensa discografia. “You ain’t so tough”, firmata Peter Beckett, riporta tutti sui binari di un AOR più classico e colpisce il povero ascoltatore con un’accoppiate bridge/chorus stratosferica. Ma non preoccupatevi, potete leccarvi con calma le ferite sulle leggiadre note di keys che accompagnano Nancy sul lento “Strangers of the heart”. “Easy target” è un brano atipico per questo album, ma assolutamente legato al passato hard rock di stampo zeppeliniano della band. E, purtroppo, è già ora di chiudere e la band lo fa con la classe di “RSPV”, acronimo del francese répondez s’il vous plaît, semiballad acustica vagamente seventies grondante savoir faire da ogni nota.

Ragazzi miei, credetemi, questa è una pietra miliare. Non c’è assolutamente una falla in tutto il lavoro. Il successivo “Brigade” è una fucina di hits da paura, ma lo stile è più classicamente AOR americano. “Bad animals” è più originale, più sentito, più variegato. Se ancora questo CD non fa bella mostra di sé nella vostra bacheca, non esitate: correte a comprarlo! Poi, magari, vi verrà la tentazione di prendere anche gli altri due!

© 2023, Vittorio Mortara. All rights reserved.

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