LOGIN UTENTE

Ricordami

Registrati a MelodicRock.it

Registrati gratuitamente a Melodicrock.it! Potrai commentare le news e le recensioni, metterti in contatto con gli altri utenti del sito e sfruttare tutte le potenzialità della tua area personale.

effettua il Login con il tuo utente e password oppure registrati al sito di Melodic Rock Italia!

Recensione

78/100

Video

Pubblicità

Enuff Z’nuff – Finer Than Sin – Recensione

07 Dicembre 2022 1 Commento Alberto Rozza

genere: Hard Rock
anno: 2022
etichetta: Frontiers

Tracklist:

1. Sound Check
2. Catastrophe
3. Steal The Light
4. Lost And Out Of Control
5. Intoxicated
6. Hurricane
7. Trampoline
8. Temporarily Disconnected
9. God Save The Queen
10. Reprise

Formazione:

Chip Z’nuff - Bass
Tory Stoffregen - Guitars
Tony Fennell - Guitars
Dan Hill – Drums

Contatti:

Sito: https://www.enuffznuff.com/

Facebook: https://www.facebook.com/EnuffZnuffOfficial/

 

Nuova uscita per la storica band americana Enuff Z’nuff, tra i grandi dell’hair metal anni ’80, che ancora una volta ci propongono il loro hard rock scanzonato.

Dopo l’iniziale breve strumentale “Soundcheck”, emblematico e gradevole, il primo impatto ce lo dà “Catastrophe”, pezzone gagliardo e convincente, sia per quanto riguarda la compattezza strumentale che la suadente linea vocale espressa. “Steal The Light” segue l’onda del precedente pezzo, sempre espressione dello stile della band, con un ritornello piacevole e singolare. Aumenta la tamarraggine su “Lost And Out Of Control”, sfrenata e tagliente, arrangiata in modo impeccabile e globalmente molto interessante. “Intoxicated” è maggiormente contemplativa e intensa, sempre in linea, leggermente più lenta, dalla coralità vocale e strumentale ben strutturata. Arriviamo alla lunga “Hurricane”, titanica, mastodontica sin dalle prime note, grande brano dal grande trasporto emotivo, orchestrato in maniera veramente sbalorditiva. Passa velocemente “Trampoline”, non particolarmente originale ma comunque ottimamente resa, che si getta nella successiva “Temporarily Disconnected”, anch’essa leggera e senza troppe pretese. Arriviamo alla conclusione dell’album con l’accoppiata “God Save The Queen” (l’eterna cover – classicone) / “Reprise” (un minutino strumentale senza pretese che riparte dall’iniziale “Soundcheck”), che chiude un album ben riuscito, interessante sotto molti punti di vista, anche se visibilmente “spaccato in due”, ovvero con una prima parte decisamente più convincente rispetto alla seconda, che risulta essere leggermente più spompa e banale.

© 2022, Alberto Rozza. All rights reserved.

Print Friendly, PDF & Email

Ultime Recensioni

Devi essere registrato e loggato sul sito per poter leggere o commentare gli Articoli

1
0
Would love your thoughts, please comment.x