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Recensione

80/100

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Francesco Marras – It’s Me! – Recensione

22 Settembre 2022 Comment Giorgio Barbieri

genere: Hard Rock
anno: 2022
etichetta: Hell Tour Productions

Tracklist:

01. Money talks
02. Take my hand
03. You set my heart on fire
04. We take the blue away
05. The thrill of the hunt
06. Lady of ice
07. In the name of rock'n'roll
08. Do you hear me now?
09. Embrace the silence
10. Closer to the edge

Formazione:

Francesco Marras – Vocals, guitars, bass, banjo and drums programming
Marco “Lord” Cossu – Hammond, piano
Marco Garrucciu – Backing vocals

Ospiti:

Bodo Schopf – Drums on "Take my hand" (Special Guest)
Emanuele Martinez – Violin on "Closer to the edge"

Contatti:

Per acquistare il CD in formato fisico:

www.francescomarras.com

 

Quando capitano dischi come questi, rimango sempre un po’ spiazzato, perché seppur nella sua semplice proposta di hard rock in bilico tra gli anni settanta e ottanta con qualche puntata nei novanta, giudicare un album così poco innovativo, ma fatto così bene, mette lo scribacchino di turno, cioè il sottoscritto in questo caso, in grossa difficoltà, diviso tra la pulsione sanguigna del genere che è quello con il quale ho iniziato ad interessarmi alla musica più bella del mondo e la continua ricerca dello stupore, per cui, metto da parte la voglia di innovazione e rivolgo la mia voglia di essere stupito alla vigoria del lavoro del buon Francesco.

Penso che si sappia che il ragazzo è fresco fresco di ingresso nella storica band della nwobhm Tygers of Pan Tang, dove ha portato le quote tricolori a due quinti, raggiungendo Jacopo “Jack” Meille che presta la sua ugola per la band di Robb Weir oramai dal 2004, ma vanta un curriculum di tutto rispetto, essendo il fondatore degli heavy metallers Screaming Shadows facendo parte del progetto symphonic power metal Verde Lauro fin dagli inizi, e avendo anche una sua carriera solista, inoltre ha prestato la sua sei corde per un’infinità di gruppi e progetti, tra i quali segnalo Revolution Road, Resurrection Kings, Viana, Mariangela Demurtas e molti altri per il quale vi rimando alle sue pagine social, altrimenti finisco la recensione nel 2023. Per una volta, mi trovo d’accordo con il commento fatto sulle note promozionali dove di solito vengono scritte sbrodolate che fanno passare anche il suonatore di tamburello della banda di paese per il nuovo Jimmy Page, i pezzi scorrono via senza annoiare, non ci sono riempitivi, le canzoni sono di facile presa, ma quello che mi preme mettere in risalto non è tanto la bravura come chitarrista di Francesco Marras, penso che quella sia assodata e non parlo solo di capacità tecniche, ma anche di saper scegliere il momento giusto per l’assolo e di non strafare, cosa che molte volte porta sul nostro faccione uno sbadiglio di proporzioni ciclopiche, ma, riprendendo il discorso, voglio tessere le lodi del Marras cantante rock viscerale, coinvolgente, certo non è Glenn Hughes, ma piuttosto resta più vicino a Jeff Keith o Tom Keifer, dando quella carica che solo l’hard blues sporcato di metal, riesce ad infondere. Non ci sono pezzi che spiccano sugli altri, tutti hanno quel piglio catchy, persino i due lenti “Lady of ice” dal taglio quasi folk e la conclusiva semiacustica “Closer to the edge”, certo l’apertura di “Money talks” è messa al punto giusto per aprire le danze con un singolone facilmente memorizzabile, ma è giusto ricordare che anche pezzi come “Take my hand”, debitore di “Losing your mind” dei Pride & Glory o “Embrace the silence” dal taglio anni novanta, fanno bella mostra e ricamano un album che, seppur legato a musica delle tre decadi conclusive dello scorso secolo, risulta snello, fresco e davvero, ma davvero rock!

Concludo citando l’ospitata di Bodo Schopf, batterista di Michael Schenker in “Take my hand”, il bellissimo artwork fumettistico, che a me piace da matti, ad opera di Stan W Decker, uno che, tra gli altri ha lavorato con Bonfire, Danger Zone, Graham Bonnet Band, Jorn, Primal Fear e Pyogenesis e la produzione, al passo con i tempi, ma non “plastificata” come, purtroppo succede in molti dischi hard’n’heavy attuali, cosa che rende ancora più piacevole e “naturale” l’ascolto di “It’s me!”.
Bravo Francesco!

© 2022, Giorgio Barbieri. All rights reserved.

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