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Recensione

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Allen Olzon – Army of Dreamers – Recensione

14 Settembre 2022 Comment Yuri Picasso

genere: Melodic Metal
anno: 2022
etichetta: Frontiers

Tracklist:

01. Army Of Dreamers
02. So Quiet Here
03. Out Of Nowhere
04. A Million Skies
05. Carved Into Stone
06. All Alone
07. Look At Me
08. Until It's Over
09. I Am Gone
10. Are We Really Strangers
11. Never Too Late

Formazione:

Russell Allen:Vocals; Anette Olzon: Vocals; Magnus Karlsson: Guitars, Keyboards, Bass; Anders Köllerfors: Drums

 

Formazione satura di classe ed esperienza!
Il trio Russell Allen (Allen/Lande, Symphony X), Anette Olzon (Nightwish) e Magnus Karlsson (Allen/Lande, Primal Fear, Starbreaker, The Ferrymen tra le altre) di certo non ha bisogno di presentazioni, tanto meno alle nostre latitudini. Nell’idea della nostrana Frontiers, un paio di anni or sono, si era materializzata la possibilità di protrarre il percorso impostato con l’ottimo progetto Allen/Lande, per dare sfogo alla creatività del mastermind svedese Magnus Karlsson, sostituendo il lungocrinito norvegiese con l’ex vocalist dei Nightwish.

Siamo al secondo capitolo, dopo il buon esordio datato 2020, e la formula come quasi tutti noi presumevamo non è alterata di una virgola. In perenne bilico tra metal ed hard rock, potente e melodico, a tratti epico e sinfonico, tecnico nelle sue espressioni ed interpretazioni. Prodotto alla perfezione. Quello che fa (può fare) la differenza in un disco come ‘Army of Dreamers’ è la qualità del songwriting; globalmente al di sopra della sufficienza eccezione fatta per alcuni episodi dove si assiste al ripetersi di una formula statica che rischia di mutare in noia la grinta trasmessa dal trio (accompagnati come nel debutto da Anders Kollerfors alle pelli).

Gli episodi migliori risultano la title track, sinfonica mediante l’imponente uso di tastiere; “A Million Skies” mostra le duttilità strumentali tramite un’intro periziosa e continui cambi di ritmica. “All Alone” coniuga melodic metal a linee vocali Melodic Rock di derivazione scandinava ovviamente. “Until It’s Over”, gran bella canzone, mid tempo rabbioso dove il ritornello viene interpretato a due voci, arricchito da inserti strumentali mai invasivi e in grado di aggiungere qualità alla resa del brano. “I Am Gone” si avvicina molto per stile agli Starbreaker mediante un ritornello a rapida presa ed al lavoro maestoso alle sei corde armonico e tecnico. Con “Are We really Strangers” ci avviciniamo piacevolmente a territori AOR. “Never Too Late” parte slow per virare su coordinate care agli ultimi Nightwish mostrando un carattere gotico, orecchiabile tendente al prog.

Se da una parte riconosciamo solo a tratti la staticità della proposta, dall’altra non possiamo fare altro che apprezzare le capacità a tuttotondo degli artisti coinvolti. Non rimarremo né sbigottiti né meravigliati, ma stimeremo le consolidate e comprovate doti artistiche espresse in questo secondo capitolo.

© 2022, Yuri Picasso. All rights reserved.

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