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Recensione Classico

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Classico

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Danger Danger – Danger Danger – Classico

12 Agosto 2022 10 Commenti Samuele Mannini

genere: Hard Rock
anno: 1989
etichetta: Imagine/Cbs
ristampe: Rock Candy

Tracklist:

1 Naughty, Naughty
2 Under The Gun
3 Saturday Nite
4 Don't Walk Away
5 Bang, Bang
6 Rock America
7 Boys Will Be Boys
8 One Step From Paradise
9 Feels Like Love
10 Turn It Up
11 Live It Up

Formazione:

Bass Guitar, Backing Vocals, Cello – Bruno Ravel
Drums – Steve West
Guitar – Andy Timmons
Keyboards – Kasey Smith
Lead Vocals, Backing Vocals – Ted Poley

 

Potrebbe sembrare scontato parlare di un disco così, ma altrimenti che rubrica dei classici sarebbe se non contenesse uno degli emblemi del cosiddetto hair metal?

I Danger Danger furono tra i capofila della seconda generazione di band che sul finire degli anni 80 portarono alla gloria ed alla sua completa espressione un genere che pescava e riadattava l’hard rock scatenato e caciarone della scena losangelina, mischiandolo alle melodie bongioviane, con un tocco dell’aor dei mid eighties che rendeva il tutto un po’ più sofisticato. Insieme a Tyketto, Winger, Giant etc… costituisce a tutt’oggi l’ossatura su cui poggia il sound della maggioranza dei gruppi odierni ed a più di trent’anni di distanza onestamente non mi pare poco.

Il merito va senz’altro alle abilità di songwriters di Bruno Ravel e Steve West capaci di creare un vero e proprio trademark ed alla voce di Ted Poley (proveniente dalla cult band Prophet, dove però era batterista), che ha dato una impronta inconfondibile alla band. Se a questo aggiungiamo una produzione stellare e il mixaggio di Mike Stone il gioco è fatto ed il risultato sono undici killer songs e nessun filler.

Naughty, Naughty apre il disco con un intro molto Aor per proseguire come un rullo compressore ed un ritornello da party rock de luxe. Under the Gun è già un capolavoro con la sua partenza pianistica simil ballad che invece si sviluppa in una rovente cavalcata di emozioni (una delle mie canzoni preferite di sempre). Saturday Nite è un mid tempo catchy e festaiolo, mentre Don’t Walk Away è il primo lento romantico e dall’accendino al vento facile. Bang, Bang spazza via la malinconia e ci riporta a nuovamente a battere il piedino ed a cantare a squarciagola il ritornello super catchy. Rock America è un altro pezzo di classe pura, una specie di Night Ranger che filano a 200 all’ora sulle higway americane. Ancora party rock di categoria superiore con Boys Will Be Boys più oscura e nottambula. One Step From Paradise è invece la ballad che chiunque e dico chiunque di sesso maschile ha messo nella cassettina che faceva alle tipe per fare colpo ed è inutile dire che almeno la canzone non ha mai fallito l’obbiettivo…  (l’autore della cassetta invece… beh è un’altro discorso :-)). Feels Like Love e Turn It Up sono due mid tempo, il primo più rilassato, il secondo più ritmato e ci portano al pezzo di chiusura e cioè la fiammeggiante e a tinte blues Live It Up.

Insomma un disco che già dalla notturna copertina con il losco figuro che incombe sulla città e sulla fanciulla, che in realtà non sembra poi così in pericolo, colpisce ed incuriosisce dal primo al milionesimo ascolto e si pone come una vera e propria icona di un genere al suo massimo splendore espressivo… obbligatorio!

© 2022, Samuele Mannini. All rights reserved.

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