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Alan Parsons – From The New World – Recensione

08 Agosto 2022 2 Commenti Samuele Mannini

genere: Rock
anno: 2022
etichetta: Frontiers

Tracklist:

Fare Thee Well
The Secret
Uroboros ft. Tommy Shaw
Don't Fade Now
Give 'Em My Love ft. James Durbin, Joe Bonamassa
Obstacles
I Won't Be Led Astray ft. David Pack, Joe Bonamassa, Mike Larson
You Are The Light
Halo
Goin' Home
Be My Baby

Formazione:

Lead Vocal - Todd Cooper, Mark Mikel, Tommy Shaw, Alan Parsons, P.J. Olsson, James Durbin, David Pack, Dan Tracey, Tabitha Fair
Backing Vocals - Todd Cooper, Doug Powell, Mark Mikel, Chris Shutters, Tommy Shaw, Doug Powell, P.J. Olsson, Todd Cooper, Dan Tracey, Scott Hunt, Alan Parsons

Sax - Todd Cooper
Bass - Guy Erez
Drums - Danny Thompson
Keyboards -Tom Brooks, Doug Powell, Matt McCarrin
Guitars - Jeff Kollman, Dan Tracey, Doug Powell, Jeff Marshall, James Durbin

Cello on I WON’T BE LED ASTRAY - Mika Larson
Guitar Solo on GIVE 'EM MY LOVE - Joe Bonamassa
Guitar Solo on I WON’T BE LED ASTRAY - Joe Bonamassa

Contatti:

https://alanparsons.com/
https://www.facebook.com/alanparsons

 

Parlare di chi sia Alan Parsons e della sua carriera di produttore o di autore mi pare alquanto superfluo perché chiunque leggerà avrà in suo possesso qualcosa a sua firma. Dopo tre anni dal precedente The Secret, torna quindi con uno studio album che come sempre comprende grandi nomi del panorama rock.

From The New World non stravolge certo la filosofia del buon vecchio Alan ( e nemmeno sarebbe giusto pretenderlo ) che va a pescare nel suo classico ambito compositivo, un soft rock con accenni prog ed una superba capacità di creare atmosfera. La sensazione che mi ha più colpito è infatti la rilassatezza che questa musica può donare, un album quasi ambient dalle capacità terapeutiche che probabilmente non conterrà hits in grado di rivaleggiare col passato, ma propone appunto tre quarti d’ora di buona musica che crea atmosfere eteree ed appunto rilassanti.

Tra le canzoni che ho più gradito c’è senza dubbio Fare Thee Well che apre l’album ed è un esempio molto calzante di ciò che racchiude il disco, una atmosfera celestiale con echi Floydiani che si snoda compassata e tranquilla. Altra canzone di livello è Uroboros che pesca nel classico sound del Project, ma dove Tommy Shaw impreziosisce il tutto con il suo tocco Styx, tutto sommato una fusione ben riuscita. Niente male anche la beatlesiana Obstacles, morbida e sussurrante. I Won’t Be Led Astray è un’altra canzone soft rock delicata impreziosita dal delizioso assolo di Joe Bonamassa. Per finire cito anche You Are The Light, più ritmata e orecchiabile, mentre ho trovato abbastanza inutile l’inserimento della conclusiva cover di Be My Baby che, gusti a parte, esula completamente dal mood del disco.

In sostanza, come dicevo, un disco da ascoltare in quiete per riposare la mente oppure in sottofondo mentre svolgete qualche operazione domestica, in entrambi casi espleterà egregiamente la sua funzione di intrattenimento senza avere la pretesa di essere un capolavoro a tutti costi.

P.s. della produzione nemmeno parlo, è assolutamente eccellente e dovrebbe essere usata come riferimento in questi anni di scarsa qualità.

© 2022, Samuele Mannini. All rights reserved.

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