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Recensione

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Saints Trade – The Golden Cage – Recensione

24 Aprile 2022 2 Commenti Alberto Rozza

genere: Melodic Hard Rock
anno: 2022
etichetta: Art Of Melody / Burning Mind

Tracklist:

1. Neverland
2. Break The Chain
3. Casino Royale
4. That’s What I Know
5. Stay With Me
6. Lockdown Blues
7. Mirror Of Myself
8. Once And For All
9. Together We Stand
10. Double Trouble
11. Born To Do (What I Want)

Formazione:

Santi Libra - Vocals
Claus - Guitars
Andrea Sangermano – Bass

Ospiti:

Paolo Caridi: Drums
Pier Mazzini: Piano, keyboards and backing vocals
Roberto Priori: Guitar solo on “Once And For All”

Contatti:

http://www.saintstrade.com

 

Dopo la buona prova d’esordio del 2015 e la riconferma del 2020, tornano i nostrani Saints Trade, ottima compagine che propone un puro e sempre arrembante melodic hard rock.

Grandi sensazioni accompagnano l’iniziale “Neverland”, globalmente un ottimo brano, dal riff suadente, corale, ben strutturato e gagliardo. “Break The Chain” presenta un tappeto ritmico molto anni ’80, piacevolissimo, martellante, nostalgico, che ben si presta e che ben si unisce a una parte vocale intensa. Arriviamo al primo singolo estratto da questo lavoro, ovvero l’intensa “Casino Royale”, dai fraseggi interessanti, travolgente e dalle sonorità genuine. La successiva “That’s What I Know” risulta molto movimentata, dal groove pieno e vivace, senza dimenticare gli ottimi spunti strumentali presenti. Come è giusto che sia, arriva il classico momento lento: “Stay With Me” non delude e non si discosta molto sia dallo stile della band che dal genere di riferimento. “Lockdown Blues” è un richiamo al periodo da tutti vissuto nei primi mesi del 2020 e musicalmente presenta i tratti canonici del blues hard rock, interpretato in maniera buonissima dai Saints Trade. Torniamo su ritmi più sostenuti con “Mirror Of Myself”, oscura e dalle atmosfere intense: presenta una struttura e dei passaggi musicali pregevoli, attestandosi come uno dei pezzi più riusciti del lavoro. “Once And For All” è un classico grintoso, aderente al filone hard rock, che presto si spegne nella successiva “Together We Stand”, un inno dal grande impatto emotivo, che svela il lato più sensibile della band.  Sulle note di “Double Trouble” ci si scatena, con il suo riff tagliente e serrato, che porta il sorriso e una ventata di serenità nelle orecchie dell’ascoltatore. La finale “Born To Do (What I Want) suona nuovamente la carica, ciliegina sulla torta su un album convinto e convincente, dall’ottima resa e dagli spunti molto interessanti.

© 2022, Alberto Rozza. All rights reserved.

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