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Treat – The Endgame – Recensione

25 Marzo 2022 36 Commenti Yuri Picasso

genere: Melodic Rock
anno: 2022
etichetta: Frontiers

Tracklist:

1. Freudian Slip
2. Rabbit Hole
3. Sinbiosis
4. Home Of The Brave
5. Both Ends Burning
6. My Parade
7. Wake Me When It's Over
8. Jesus From Hollywood
9. Magic
10. Carolina Reaper
11. Dark To Light
12. To The End Of Love

Formazione:

Robert Ernlund (lv); Anders Wikström (g, bv); Patrick Appelgren (k, bv); Nalle Påhlsson (b, bv); Jamie Borger (d, p);

 

Tornano i capostipiti assoluti del melodic rock made in Sweden (cari Europe avete scelto una strada diversa dopo la reunion, ce ne siamo fatti tutti una ragione). A 4 anni di distanza da ‘Tunguska’, Robert Ernlund e soci si presentano con un titolo, e una copertina, tanto esplicativi quanto enigmatici.

The Endgame, un possibile testamento? Un bilancio artistico su spartito? Ispezionando la Cover (e qui tutti potrebbero decodificare la qualunque), un lascito per i fan che tanto amore hanno dimostrato in questi 40 anni di carriera? Per alcuni Credi, biblicamente parlando, dopo la morte vi è una resurrezione che ha la sua genesi dalla fecondazione; e i miei occhi nella cover ritrovano due spermatozoi circondati da onde sonore che puntano dritto verso il centro di un occhio, o di un altoparlante. Ermetico, simbolico oltre alle interpretazioni personali, senza alcun dubbio. E la musica…i Treat possono soltanto sfornare un disco a la Treat, con attributi. Le coordinate artistiche rimangono tra ‘Tunguska’ e ‘Coup De Grace’ tralasciando in buona parte i toni cupi ma melodici di ‘Ghost of Graceland’.

“Freudian Slip” apre le danze, canonica per chi è abituato al Treat Sound, il che equivale ad uno sviluppo armonico pregiato, controcori lodevoli e guitar work che va a braccetto con lo sviluppo elaborato e di fattura. Di pari passo con l’opener in quanto qualità e modus operandi le seguenti “Rabbit Hole” e “Simbiosis”. “Home of The Brave” primaverile e scanzonata nella melodia quanto meditativa nel messaggio, precede “Both Ends Burning”; pezzo attuale oggi più che mai, esponente di un’assoluta verità, drammatico e assennato nel suo incidere.

Si progredisce con la seconda parte del disco, la quale presenta una dose di piacevole imprevedibilità a partire da “My Parade”, semplice ed efficace, guidata da linee vocali armoniose e dirette. Anders Wikstrom guida “Jesus From Hollywood” con perizia strumentale, un riff sontuoso posto ad intro e verso il finale seguito da un assolo da vero guitar hero estraneo a luci da star, quale è sempre stato. “Caroline Reaper”, anthemica, scelta come singolo è fantastica, un ritornello in pieno stile Treat; immediata rende l’ascoltatore prigioniero senza scampo. L’intro, memore di “Rev it Up”, lo sviluppo, degno di una delle migliori canzoni scritte negli ultimi 12 anni dall’ensemble di Stoccolma. Dopo “Dark To Light” (qui tornano i toni di GoG), arriva la conclusiva “To The End of Love”, semiballad riflessiva, mid tempo accorto e ottimista nelle lyric così come nello sviluppo del pentagramma.

Sperando che codesta “fine dei giochi” rappresenti solo l’ennesima notte prima di una nuova e scintillante alba, gli svedesi donano noi 12 tracce di cui godere, con le quali riflettere. Consiglio vivamente di ascoltare le canzoni con le lyrics in mano, dimenticate i soliti clichè tipici del genere a cui comunque i Treat non ci hanno mai abituato, ne vale la pena.

© 2022, Yuri Picasso. All rights reserved.

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