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Classico

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Silent Rage – Don’t Touch Me There – Classico

12 Marzo 2022 16 Commenti Samuele Mannini

genere: Hard rock
anno: 1989
etichetta: Simmons Recods/Rca
ristampe: Z Records (2001) / Rock Candy (2021)

Tracklist:

1 Runnin' On Love 3:24
2 I Wanna Feel It Again 3:38
3 Tonight You're Mine 3:39
4 Rebel With A Cause 3:30
5 Touch Me 3:50
6 Tear Up The Night 3:20
7 Shake Me Up 4:31
8 Don't Touch Me There 3:38
9 Can't Get Her Out Of My Head 3:48
10 All Night Long 3:54
11 I'm On Fire 3:30

Formazione:

E.J. Curse: bass, backing vocals
Jesse Damon: lead vocals, lead and rhythm guitars
Mark Hawkins: rhythm and lead guitars, lead and backing vocals, keyboards
Brian James: drums


Producer : Paul Sabu

 

Ecco un altro di quei gruppi con cui Gene Simmons tentò di accreditarsi come producer discografico con la sua etichetta omonima, in maniera simile a quanto fatto con i Giuffria, ricostruiti ad hoc per farli diventare gli House Of Lords.

Il lavoro precedente dei Silent Rage intitolato Shattered Hearts, era infatti un buon disco di hard rock abbastanza ruffiano e melodico, con all’interno canzoni potenzialmente di ottima qualità, grazie alla partecipazione di Paul Sabu sia in fase di songwriting sia alla produzione. Il disco che era però uscito su una etichetta (Chamaleon) alquanto underground , soffrì proprio nella produzione di una evidente scarsità di mezzi, con il risultato che i suoni erano cupi e smorti, lontani quindi anni luce dagli standard dell’epoca. L’immagine della band era oltretutto anonima e orientata ad un look quasi glam che stava già mostrando i segni del tempo.

Siccome il buon vecchio Gene non è un bischero e nel marketing sa il fatto suo, ha proposto una ricetta molto simile a quella usata con gli House Of Lords e cioè canzoni  hard rock con suoni scintillanti e patinati, look della band attualizzato e reso più macho, con una copertina che ai tempi fece ingolosire diverse donzelle e…. last but not least una produzione top budget firmata nuovamente da Paul Sabu.

Il sound di questo Don’t Touch Me There, va a collocarsi vicino ai riferimenti migliori del class metal dell’epoca, quali: Dokken, Hurricane SteelHeart e compagnia bella. La voce di Jesse Damon è un incrocio quasi ideale tra il Coverdale versione 1987 e il Paul Sabu degli Only Child e risulta perfettamente calata sia nell’epoca, sia nel contesto musicale. Runnin’ On Love è il perfetto esempio di questo connubio musicale e sfreccia in bilico tra la melodia trascinante e suoni taglienti. La seguente I Wanna Feel It Again, parte molto Whitesnake per sfociare in un ritornello Kiss style, mentre Tonight You’re Mine è suadente ed ammiccante come solo le canzoni di quell’epoca sapevano essere. Rebel With A Cause, è l’anthem da cantare a squarciagola già uscito sul primo disco, se avete la possibilità di ascoltare entrambe le versioni, risulta evidente cosa vuol dire poter usufruire di mezzi economici superiori. Touch Me, Tear Up The Night e Shake me Up ripercorrono nelle tematiche sex oriented e nel sound le orme delle serpente bianco in maniera più che evidente. La title track si orienta su uno stile melodico alla Foreigner, ma rivestito di elettricità. Can’t Get Her Out Of My Head è invece una cover degli Electric Light Orchestra riproposta in versione più hard. All Night Long è un mid tempo dove la penna di Bruce Kulick si sente ed indirizza il brano in chiave Kiss. Chiude il disco I’m On Fire, hard rock pestato e lineare come si faceva una volta, pochi fronzoli e tanta energia.

Insomma un disco tutto d’un pezzo per un gruppo che è arrivato alle soglie del successo senza però varcarlo definitivamente. Grazie alle due recenti ristampe, sono sicuro che non vi saranno difficoltà nel reperirlo qualora a suo tempo vi fosse sfuggito.

 

© 2022 – 2023, Samuele Mannini. All rights reserved.

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