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Recensione

75/100

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Praying Mantis – Katharsis – Recensione

21 Gennaio 2022 1 Commento Yuri Picasso

genere: Hard Rock
anno: 2022
etichetta: Frontiers

Tracklist:

1. Cry For The Nations
2. Closer To Heaven
3. Ain't No Rock 'N' Roll In Heaven
4. Non Omnis Moriar
5. Long Time Coming
6. Sacrifice
7. Wheels In Motion
8. Masquerade
9. Find Our Way Back Home
10. Don't Call Us Now
11. The Devil Never Changes

Formazione:

Jaycee Cuijpers (lv); Tino Troy (g, v); Andy Burgess (g, v); Chris Troy (b, v); Hans in ‘t Zandt (d);

Contatti:

https://www.prayingmantis.rocks

 

Confermata la line up dei precedenti Legacy (2015) e Gravity (2018), il combo inglese procede lungo la strada tracciata da questi album e inizializzata ben 50 anni fa quando i fratelli Troy fondarono la band. L’esordio col botto arrivò soltanto nel 1981 col celebre “Time Tells No Lies”, combinando come tutti sappiamo l’allora nascente NWOBHM con l’Hard Melodico vellutato dall’uso dei tasti d’avorio.
Negli anni il loro sound è rimasto immutato alla sorgente pur portando novità figlie dell’epoca del momento. Sanctuary (2009) rimane a mio opinabile giudizio il loro miglior disco di sempre capace di sorprendere ed esaltare senza cadere in trame commerciali, spingendo sul fattore grinta condita da melodie immediate e non banali.

Fatte le dovute premesse, non ci resta che spingere Play. “Cry For The Nations” mostra la carta d’identità del gruppo, amalgamando l’essenziale giro di piano a chitarre graffianti e linee vocali precise e penetranti. Si prosegue con la diretta “Ain’t No Rock ‘N’ Roll In Heaven”, la dimostrazione di come il solito giro in fondo non stanca mai, rimembra mille e nessuna canzone al medesimo tempo. Alla Rainbowiana “Non Omnis Moriar” segue la seventies “Long Time Coming”; la ballad “Sacrifice”, pur mostrando imprevedibilità, non scalfisce cicatrici intrinseche di sentimento .
Lo spirito istintivo e battagliero che guidava “Sanctuary” si è ammorbidito negli anni a favore di una riscoperta del sound delle origini, amalgamandolo con influenze ora ricollegabili al sound dei primi Journey (“Wheels In Motion”, il miglior pezzo del lotto), ora gospel (“Find Our Way Back Home”). Chiude l’epica “The Devil Never Changes”, mettendo in mostra l’abilità della coppia Tino Troy-Andy Burges alla 6 corde.
Non un capolavoro, tuttavia cospicuo di sfumature questo “Katharsis” si lascia apprezzare e scoprire un poco di più ad ogni ulteriore ascolto, conforme alla bibbia dei fratelli Troy.

© 2022, Yuri Picasso. All rights reserved.

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