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Kraemer – All The Way – Recensione

26 Gennaio 2022 1 Commento Yuri Picasso

genere: Hard Rock
anno: 2022
etichetta: Frontiers

Tracklist:

1. Moment For Me
2. All The Way
3. The King Will Come
4. Eat Your Heart Out
5. Tonight
6. Take Me Back To
7. How Can I Survive
8. Cold Spell
9. Loving A Stranger
10. I'm In Love Again
11. Forever

Formazione:

Erik Kraemer (v) Andrea Seveso (g) Alessandro Del Vecchio (b, k, bv) Michele Sanna (d)

 

Non è codesta la prima volta in cui Frontiers, individuate le abilità di un singolo, lo seduce e lo richiama a se nel suo importante e cospicuo roster talvolta mediante tentazioni soliste, talvolta in una band side project. Erik Kraemer nonostante la sua giovane età è salito alla ribalta per aver collaborato in ambito metal con Timo Tolkki negli Infinite Visions e ancor più recentemente con il progetto Circus of Rock.
Allestita una band completamente italiana, di talento, guidata dall’immancabile Alessandro Delvecchio, vengono commissionate una serie di songs a una moltitudine di collaboratori tra i quali lo stesso Delvecchio, Pete Alpenborg (ex-Arctic Rain), Kristian Fyhr (7th Crystal), Jan Akesson (Infinite & Divine). Canzoni dal taglio Melodic Rock, travalicando sporadicamente i confini metal, a volte avvicinandosi a un AOR muscolare.

Guardando alla lunghezza media dei brani, al di sotto dei 4 minuti, siamo sin da subito consapevoli che non troveremo particolari digressioni strumentali, il tutto indirizzato a mantenere il focus sulla voce di Eric. “Moment For Me” apre le danze, guidata dalla chitarra graffiante che alterna riff e brevi solos accompagnati da un tappeto morbido di tastiere, strumento che sentiremo sempre presente lungo l’airplay. La Title track percorre il medesimo sentiero, mentre con “The King Will Come” tornano alla mente i primissimi Europe. Leggermente poco più metal “Eat Your Heart Out”, sembra scritta sulla scia della penna di Magnus Karlsson forti di una sezione ritmica martellante e incisiva. “Take Me Back To” mostra lungo la strofa strati di Synth e pad, accompagnati da una linea vocale armoniosa, per defluire in un ritornello d’impatto. La Ballad di turno, “How Can I Survive”, scivola via senza aggiungere alcunchè al genere di appartenenza. Tutto qua ?…no, verso la fine Qualcosa che emerge dalla mera sufficienza artistica c’è. “I’m In Love Again” e la semi ballad “Forever” (fino al bridge sembra di ascoltare i Journey di Pineda) mostrano un tema diverso da quello professato lungo tutto il disco ed alzano di qualche punto la votazione finale.

Personalmente non sono un amante di questi progetti; pur sporadicamente trovando spunti e canzoni interessanti coadiuvate da capacità tecniche elevate, questi dischi risultano eccessivamente comparabili tra loro, freddi. Trasudano mestiere, tanto innegabile quanto lo è la mancanza di feeling e di un percorso artistico personale, attenuate da due anni dalla pandemia che talvolta rende difficoltoso incontrarsi. Latita la ricerca di un songwriting coordinato e personale, caratterizzato da elementi propri. In sostanza manca sentimento, cuore, pertanto una propria identità.
Nonostante ciò, tra noi qualcuno apprezzerà e godrà dell’ascolto di “All The Way”.

© 2022, Yuri Picasso. All rights reserved.

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