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Recensione

83/100

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Autum’s Child – Zenith – Recensione

13 Gennaio 2022 4 Commenti Vittorio Mortara

genere: Aor
anno: 2022
etichetta: Pride & Joy

Tracklist:

1. Emergency
2. Evangeline
3. Love Is A Fighter
4. Nightingale
5. Never Say Die
6. Heaven Can Wait
7. Angel Of Danger
8. High On Love
9. Crowdpleaser
10. Don’t Wanna
11. Damaged Goods

Formazione:

Mikael Erlandsson – Voce e tastiere
Robban Bäck – Batteria
Magnus Rosen – Basso
Pontus Åkesson – Chitarre
Claes Andreasson – Piano

Ospiti:

Jona Tee – Piano in “Emergency”
Martin Olsson - Basso in "Angel Of Danger", "Evangeline", "Love Is A Fighter" & "Nightingale"
Anna-Mia Bonde – Cori in “Emergency”
Rasmus Ehrnborn – Chitarra in “Don’t Wanna”

 

Mikael Erlandsson e la sua nuova creatura arrivano con questo “Zenith” alla terza prova in studio in 3 anni, precisi come un orologio svedese! Formazione praticamente invariata rispetto al precedente “Angel’s gate” e formula riproposta assolutamente identica. E meno male, visto che i nostri suonano un AOR classicissimo e straordinariamente orecchiabile che si ascolta e riascolta con piacere.

A partire dall’iniziale “Emergency”, sorta di Helloween song edulcorata, spedita e godibile nel refrain, con Jona Tee degli H.E.A.T. ospite al piano. Segue l’AOR radiofonico di “Evangeline” imperniato sulla melodia azzeccatissima del refrain. E subito dopo un’altra gemma di melodic rock a titolo “Love is a fighter”, al tempo stesso maschia e di facile presa. “Nightingale” mostra qualche segno di atipicità, ricordando in qualche passaggio i Ten, forse per i ritmi da ballata celtica. Si torna sui binari con “Never say die”, grazie al riffing di chitarra e tastiere rifacentesi agli Europe di fine ’80 e ad un chorus piuttosto anthemico. Un bel lento canonico, fortemente radicato negli anni 80, “Heaven can wait” tocca con delicatezza le corde dell’emozione, seguto dalla classica Autumn’s Child song “Angel of danger” che trasuda swedish AOR da ogni nota. “High on love” è un po’ insipida, mentre “Croudpleaser” parte come un inaspettato rockaccio quintessenziale per poi deliziarci con intermezzi arpeggiati di grande effetto. Rocciosa anche “Don’t wanna”, ispirata al rock americano con un refrain ripetitivo e contagioso ed un solo di chitarra bluesato. Mi ricorda vagamente la sigla di “Friends”… Il disco si chiude con la splendida “Damaged good”, canzone semiacustica che potrebbe essere stata estratta dal repertorio dei migliori King of Hearts o degli indimenticati Company of Strangers.

Che dire di “Zenith”? Difficile trovare una nota fuori posto. Composizioni non originalissime ma comunque di livello. Musicisti di grande esperienza. Produzione firmata Erlandsson/ Åkesson pulita ed adeguata al genere. A me è piaciuto cominciare l’anno con questo disco, quindi mi va di consigliarlo a tutti. Come ho già detto in occasione dell’uscita del suo predecessore, gli Autumn’s Child sono una garanzia, così come lo erano i Last Autumn’s Dream. Continuate così ragazzi. Almeno avremo la certezza che un lavoro di qualità all’anno potremo ascoltarlo! Buon 2022!

© 2022, Vittorio Mortara. All rights reserved.

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