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Recensione

80/100

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Bad Habit – Autonomy – Recensione

12 Ottobre 2021 4 Commenti Vittorio Mortara

genere: Aor
anno: 2021
etichetta: VIP Wonderland

Tracklist:

1. Retribution
2. I Reach For You
3. A Place In Your Heart
4. Back To Life 4:59
5. Love Will Find A Way
6. Lost In You
7. Reason To Live
8. A Lot To Learn (live)
9. Alive (live)
10. Walk Of Life (live)

Formazione:

Bax Fehling - Vocals
Sven Cirnski – Guitars
Hal Marabel – Guitars, keyboards
Patrik Sodergren - Bass
Jaime Salazar – Drums

 

Come tutti sappiamo, a partire dall’epoca d’oro, l’AOR si è sviluppato parallelamente in due ben determinate
regioni della terra: gli Stati Uniti d’America e la penisola scandinava. In quest’ultima area, fra i portabandiera
storici del genere si possono annoverare gli Europe, gli Stage Dolls, gli Alien e… i Bad Habit! Accidenti,
ricordo ancora quando un secolo fa le loro uscite (e quelle degli Stage Dolls!) erano praticamente
irreperibili, se non in costosissime versioni d’importazione giapponese… E tu leggevi gli sperticati elogi ai
loro album sulle colonne di Flash e Metal Shock e volevi assolutamente il disco! Internet non esisteva, e così
cercavi di convincere il tuo negoziante di fiducia a reperirtene una copia. E quando, finalmente, riuscivi ad
entrarne in possesso, ti sembrava di avere fra le mani (e nelle orecchie) un vero e proprio tesoro! Oggi mi
ritengo assai fortunato perché, oltre a possedere ancora tutte le loro releases originali, posso andare
orgoglioso di aver assistito ad uno dei loro concerti proprio nella loro città natale: Malmo. I Bad Habit hanno
classe da vendere. Quella sera hanno fatto sembrare band come Osukaru, State Of Salazar e Age Of
Reflection un’accozzaglia di sprovveduti dilettanti. Bax Fehling e Hal Marbel, leader indiscussi della band,
tengono benissimo il palco e sanno come intrattenere il pubblico. La voce di Bax non è più quella di 30 anni
fa e, vi confesso, quando hanno suonato “Rowena”, sono stato in seria apprensione perché temevo il
disastro all’altezza della strofa più acuta. Invece, con un po’ di esperienza e l’aiuto del pubblico, è riuscito a
cavarsela più che dignitosamente. D’altronde il cantante è sicuramente consapevole dei propri attuali limiti.
E dimostrazione ne sia che sulle ultime releases ha composto partiture vocali nettamente meno
impegnative sulle note alte, pur restando estremamente piacevoli. Questo “Autonomy” segue a ben 10 anni
di distanza il precedente “Atmosphere”, ritenuto dai fan più accaniti un tantino monotono ed un gradino al
di sotto dei classici “After hours” e “Adult orientation”. E subito sopravviene la prima delusione: solo sette
tracce nuove. Più tre brani dal vivo. Parrebbe più un EP che un LP, usando una terminologia d’antan…
Cominciamo l’ascolto: “Retribution” spiazza subito per la sua modernità, riffone di chitarra doppiato dalle
keys e voce filtrata, un mood oscuro squarciato qui e la da una tagliente solista che culmina in un chorus
vagamente inquietante. Che i nostri si siano dati al modern melodic metal? Il piano e la melodia carezzevole
che introducono “I reach for you” fugano immediatamente ogni dubbio: una bellissima semiballad in pieno
stile Bad Habit che pare provenire direttamente da fine ’80. E si fa subito il bis con “A place in your heart”,
dove un Bax in splendida forma ci prende per mano e ci conduce lungo un articolato brano di AOR
d’atmosfera dove nessuna nota risulta fuori posto. L’attitudine modern si riaffaccia in “Back to life”, altresì
dotata di un ritornello assolutamente emozionale e di facile assimilazione. Ottantiana fino all’ultima nota è
la warreniana “Love will find a way”, azzeccatissimo singolo. Struttura quasi banale ma che richiama così
tante sensazioni dal passato da essere meravigliosa! “lost in you” è un altro gradevole brano dalla melodia
eterea che passa direttamente dall’orecchio al cuore, senza passare dal cervello. La mia preferita! L’ultimo
inedito è il classico lento strappalacrime “Reason to live”, tanto mielosa da provocare carie e diabete in chi
ascolta. Ma a me, ormai lo sapete, lo zucchero piace, per cui la trovo stupenda! Seguono tre brani live dalla
qualità sonora pessima. Vi assicuro che quanto ho registrato io con lo smartphone alla Swedish AOR
Convention si sente di gran lunga meglio! Per cui farò finta che neanche ci siano.
Il mio giudizio su questa band è assolutamente di parte. Li ho amati da sempre, li ho visti dal vivo in un
concerto per poche centinaia di persone, tutte di Malmo eccetto me e la mia compagna. Ho amato anche i
tre album degli anni 2000 e vi garantisco che un pezzo come “Above and beyond” suonato live garantisce
brividi ed adrenalina quanto le vecchie canzoni. Questo “Autonomy” è solo un mezzo album. Ci sono solo
sette pezzi e quattro sono ballad. Ma in quei sette brani c’è tutto quello che volete: una band di bravi e
diligenti musicisti, composizioni di qualità assoluta, produzione pulita e senza sbavature ed arrangiamenti di
classe. I brani più duri potrebbero somigliare a quanto sentito nell’ultimo Alien ma, almeno per chi vi scrive,
con una qualità compositiva migliore, mediata con lo stile classico della band e, soprattutto, con una
produzione di livello superiore. Se ci fossero stati du o tre brani nuovi in più e non ci fossero state le
obbrobriose registrazioni live, avrei dato un bel 90!
Grandi Bad Habit! Spero di potervi rivedere presto su un palco!!!!

© 2021, Vittorio Mortara. All rights reserved.

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