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Hardline – Heart, Mind and Soul – Recensione

08 Luglio 2021 9 Commenti Denis Abello

genere: Melodic Hard Rock
anno: 2021
etichetta: Frontiers Music

Tracklist:

1. Fuel To The Fire
2. Surrender
3. If I Could I Would
4. Like That
5. Heavenly
6. Waiting For Your Fall
7. The Curse
8. Heartless
9. Searching For Grace
10. ‘80s Moment
11. We Belong

Formazione:

Johnny Gioeli – lead vocals
Alessandro Del Vecchio – keyboards, backing vocals
Mario Percudani – guitars
Anna Portalupi – bass
Marco Di Salvia – drums

 

C’era chi cantava It’s The Singer Not The Song (…e se vi devo scrivere chi la cantava e avete più di 30 anni meritate una piallata sui denti tirata d’orecchie!) e quando hai come cantante una voce portentosa e carismatica come quella di Gioeli allora viene anche da crederci, se non fosse che in questo nuovo Hardline a titolo Heart, Mind and Soul oserei andare oltre e coniare un “It’s the Band Not The Song” (e adesso che qualcuno ci scriva su una Hit mondiale… e ne voglio i diritti d’autore!).
Già, la Band, e che Band! Artisticamente parlando e puntando il dito verso la formazione degli Hardline attuali mi permetto di dire che qualcosa di questo livello non è così facile da trovare ai giorni nostri… e se la parte del Leone se la gioca la voce di Gioeli di cui innamorarsi è facile, dietro uno stuolo di Tigri di prim’ordine con strumenti alla mano brucia note con una precisione ed un affiatamento pazzesco! Non parliamo a caso di novellini trovando Del Vecchio ai cori / tastiere, Percudani alla chitarra (e lasciatemelo dire, ma che chitarrista pazzesco è! Roba che se solo non avesse cannato completamente latitudine e periodo temporale saremo al cospetto di un mostro della Golden Era!), Anna Portalupi al basso e Marco “The Beast of Melodic Hard Rock” Di Salvia a stracciare vestiti alle donzelle pelli alle batterie!

Si rodano gli strumenti sulle note di Fuel To The Fire e Surrender, e se la prima pare buttata li per avere un “giocatollo” per far casino in sede live, la seconda inizia a mostrare più ricercatezza e cura sia a livello vocale che di songwriting! Da qui si entra nel primo tris d’assi che butta sul tavolo questo Heart, Mind and Soul. If I Could I Would è puro melodic rock di classe e raffinatezza, magistrale nell’esecuzione con un Neal Schon Mario Percudani che cesella note all’1.20 del ruolino di marcia del pezzo mentre voce e tastiere si intrecciano in una magica melodia, di cosa sto parlando? Minuto 3.10 per avere la migliore risposta! Si parlava di tris e quindi due pezzi mancano all’appello e sono il memorabile ritornello di Like That, altra sicura hit in sede live (ma meno casinista di Fuel to the Fire) e in chiusura del trittico la classica ballata Heavenly che se non fosse baciata da una voce unica e una band in canna come poche potrebbe anche perdersi nel marasma dei pezzi simile mentre così si eleva ben oltre la media (ricordate… It’s The Band not the Song! 😉 ).
Se a questo punto Waiting For Your Fall e The Curse paiono simpatici diversivi (più simpatico il primo 😀 ), Heartless, dal fascinoso intro tastieroso, la suadente ed ammaliante Searching For Grace brano che ancora una volta viene elevato da un tocco Voce / Chitarra al di fuori della portata di buona parte delle uscite attuali e la trascinante 80’s Moment piazzano sul banco il secondo tris d’assi di questo lavoro. Si chiude sulle note acustiche di We Belong, altro brano baciato dall’alchimia che pervade questo lavoro che profuma di “Band” lontano chilometri.

Miglior album del nuovo corso degli Hardline? Chi sono io per dirlo, ma sicuramente è quello che più mi è piaciuto giocato così tra muscoli hard rock e melodie raffinate, dove forse ci sarebbe stata giusto per il sottoscritto una produzione dal taglio più corposo e meno affilato… ma gente… che Band!

© 2021, Denis Abello. All rights reserved.

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