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Arc Of Life – Arc Of Life – Recensione

10 Febbraio 2021 11 Commenti Samuele Mannini

genere: Progressive Rock
anno: 2021
etichetta: Frontiers

Tracklist:

01. Life Has A Way
02. Talking With Siri
03. You Make It Real
04. Until Further Notice
05. The Magic Of It All
06. Just In Sight
07. I Want To Know You Better
08. Locked Down
09. There For We Are
10. The End Game

Formazione:

Jon Davison – voce
Jimmy Haun – chitarra
Dave Kerzner – tastiere
Billy Sherwood – basso, voce
Jay Schellen – batteria

 

Inizio con un interrogativo, ma ce n’ era bisogno?

Arc Of Life viene definito un supergruppo di Progressive rock , ma in realtà sono gli Yes in versione ridotta, vale a dire che a Billy Sherwood (basso e Voce) si aggiungono l’attuale voce degli Yes Jon Davison ed il chitarrista Jimmy Haun, anche lui presente in passate formazioni degli Yes, la formazione si completa con quello che viene definito the next big thing delle tastiere progressive Dave Kerzner e dal rodato batterista Jay Schellen, che con Sherwood aveva lavorato anche nei World Trade.

Inevitabile ritrovare dunque gli Yes come trademark assoluto di questo disco, in particolare il periodo di 90125 e Big Generator , sono le coordinate principali che guidano il percorso, a dire il vero in maniera sin troppo monolitica. Le canzoni sono spesso giocate sugli intrercci vocali tra i due cantanti che vanno talvolta a fare a gara a chi sia più Andersoniano, come per esempio nel brano  The Magic Of It All, dove complice anche l’uso massiccio dei flltri si crea un po’ uno stucchevole impasto vocale. Non mancano certamente le canzoni di qualità, per esempio Just In Sight , che come sonorità rimanda maggiormente ai World Trade, mi risulta molto gradevole e gratificante. Altre songs gradevoli sono le allegre e spensierate You Make It Real , dove i giochi e gli intrecci vocali sono molto più riusciti, e l’opener Life Has A Way. Varia e progressive in senso più stretto è There For We Are, sicuramente interessante e variegata. Il resto del disco ,almeno secondo il mio parere , galleggia nella mediocrità e annega nel già sentito con punte verso il basso quali Talking With Siri , che francamente trovo quantomeno noiosa.

Riepilogando ce n’era bisogno nel 2021 di un disco del genere? Per vedere finalmente una copertina bella forse si, e ci è voluto un disco progressive per farcene finalmente rivedere una, per quanto riguarda l’aspetto sonoro ognuno si dia la propria risposta. Personalmente è un disco che consiglierei solo  agli Yes fanatics.

© 2021, Samuele Mannini. All rights reserved.

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