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Recensione

90/100

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Robert Hart – Pure – Recensione

13 Gennaio 2021 3 Commenti Vittorio Mortara

genere: Aor
anno: 2020
etichetta: Escape

Tracklist:


01. Making Magic
02. Little Miracle
03. Sensational
04. Go Crazy
05. This Is The Night
06. Different People
07. Double Trouble
08. Chemistry
09. Mysterious
10. Don’t Make Promises
11. Scene Of The Crime
12. Colour Of Love

Formazione:

Robert Hart: voce e chitarra
Tommy Denander: chitarre e tastiere
Bryan Anthony: basso
Michael Lange: batteria

 

Lead vocalist in due album della Bad Company, chitarra e voce nell’indimenticabile “Under one sky” dei The Distance, leader dei Diesel di “Into the fire”, ottimo album AOR del 2014, membro dei Company Of Snakes, autore di una manciata di dischi solisti dal 1989 ad oggi. E ci sarebbe ancora molto altro da scrivere…
Inglesaccio fino al midollo, Robert Hart è ed è stato un personaggio di assoluto rilievo nel panorama Hard/AOR negli ultimi 30 anni: voce rock classica, graffiante ed adattabile a tutte le situazioni e alle varianti del genere, autore raffinato e chitarrista di buon livello. Oggi torna sulle scene come solista con questo “Pure”, un album stupendo!
Completano la lineup il grande Tommy Denander alle chitarre e tastiere, Michael Lange alla batteria e Bryan Anthony al basso. La produzione è affidata a Denander in collaborazione con Steve Overland degli FM.
Ragazzi, questo disco suona esattamente come dovrebbe suonare un album AOR negli anni 2000. Le canzoni sono tutte estremamente orecchiabili. Ci sono forti contaminazioni funky, pop e blues, ma non viene mai persa di vista la retta via del rock. La produzione ed i suoni sono di livello assolutamente superiore alla media. La classe dei personaggi coinvolti è evidente sin dal primo ascolto. In un attimo ti trovi all’ultima traccia senza il benché minimo calo di goduria!
Accidenti, ma è tanto difficile nel 2020 fare un disco come questo? Perché ce ne sono cosi pochi?!?!
Partiamo coi pezzi: “Makin magic” ci travolge subito col suo ritmo funky, chitarra e voce in bella evidenza ed un chorus che si lascia canticchiare facilmente.
Atmosfere westcoastiane su “Little miracle”, in cui la timbrica suadente di Robert domina un brando dal potenziale commerciale immenso.
Ancora funky su “Sensational” il cui refrain, accompagnato da pompose tastiere, si stampa inesorabilmente nel cervello.
“Go crazy” è una canzone dai fortissimi accenti pop, con una linea melodica blues/soul e l’inconfodibile voce di Steve Overland ai controcanti a mettere la ciliegina sulla torta.
Nella strofa della successiva “This is the night” fa capolino il miglior Michael Jackson. Assolutamente da urlo il ritornello ed il ficcante assolo di Denander.
Su “Different people” Hart riprende quelle sonorità a cavallo fra pop, soul ed AOR, tanto care a Michael Bolton e Richard Marx, confezionando un altro potenziale hit, stavolta nella forma di una meravigliosa semi ballad.
Poi, improvvisamente, si ricorda di essere stato il frontman della Bad Company, e ci butta lì un pezzo hard blues come “Double trouble” che ci fa andare su e giù la testa in preda al demone del rock!
“Chemistry” gronda classe da ogni nota, così perfettamente in equilibrio fra i Toto e gli FM, impreziosita ancora una volta dal frontman di questi ultimi ai cori.
Venature blues riaffiorano anche in “Mysterious”, stavolta in unitamente a quei fiati sintetizzati che fecero la fortuna di “Permanent vacation” degli Aerosmith. La voce di Overland si riconoscerebbe anche in mezzo a un coro di 100 elementi… altro pezzo piacevolissimo!
Ritmi jazzati per “Don’t make promises”, una splendida citazione dei Toto di Joseph Williams, con un Hart graffiante ed ispirato come non mai.
La dolce “Scene of the crime” avrebbe fatto sfracelli nell’airplay americano di 30 anni fa, così poppeggiante da somigliare a quanto di meglio espresso in passato da una band come i Simply Red.
“Colour of love” chiude degnamente questo splendido platter: pomp/AOR dotato di una linea melodica di facile presa, insomma un altro potenziale singolo da classifica (ovviamente, purtroppo, in un’altra epoca).

Bello questo disco. Proprio bello. Uno dei migliori che mi sia capitato di ascoltare quest’anno (2020 ndr). Mi rendo conto, di fronte a prodotti come questo, di quanto difficile mi risulti spiegare ad un potenziale fruitore il perché andarlo ad ascoltare. E’ semplicemente bello! Sono sempre più convinto che le vecchie leve abbiano classe da vendere. Quando hanno l’esperienza e le idee chiare come Hart, oltre ad un budget non troppo risicato per produzione ed arrangiamenti, non può che venirne fuori un album come questo “Pure”.
Consigliatissimo!

© 2021, Vittorio Mortara. All rights reserved.

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