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Classico

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Hericane Alice – Tear The House Down – Classico

04 Dicembre 2020 4 Commenti Samuele Mannini

genere: Hard rock
anno: 1990
etichetta: Atlantic
ristampe: Wounded Bird 2008 / Bad Reputation 2020

Tracklist:

1 Wild Young And Crazy
2 Bad To Love
3 Dream Girl
4 Tear The House Down
5 Badboy Breakout
6 Need A Lover
7 Too Late
8 Shake, Shake, Shout
9 Crank The Heat Up
10 I Walk Alone

Formazione:

Bass – Ian Mayo
Drums – Jackie Ramos
Guitar – Danny Gill
Vocals – Bruce Naumann

Producer – Thom Panunzio

 

In una giornata un po’ così…. per tirare un po’ su i giri, poso la puntina sul vinile  e con la copertina in mano i ricordi , ormai trentennali , di quando lo cantavo a squarciagola alla fermata mentre aspettavo l’ autobus per andare a scuola, tornano impetuosi.

Questo per molti è stato un disco di un gruppo usa e getta uscito in un anno dove dopo le magie del 1989 si faceva ciccia , ci sarebbero stati un altro paio di anni prima del buio
dell’hard rock ed i gruppi si bruciavano come le falene su un falò estivo.

Un po’ di storia ; il gruppo nasce in Minnesota avrebbe dovuto chiamarsi Hurricane Alice ma per problemi di similarità con gli Hurricane di Kelly Hansen venne adottato questo nome e,  si narra….. che la prima scelta per le vocals fosse David Reece che poi ironia della sorte si ritroverà la sezione ritmica degli Alice nei Bangalore choir.  In seguito al rifiuto fu provinato e successivamente assunto Bruce Neumann, che adesso è l’unico membro superstite, del membro fondatore nonché chitarrista Danny Gill si sono perse le tracce in ambito music biz e pare invece molto attivo nella didattica musicale , mentre la sezione ritmica composta da Ian Mayo e Jackie Ramos girerà mezzo mondo militando nei sopra citati Bangalore choir nei Bad Moon Rising ed altri che momentaneamente mi sfuggono.

Un disco si diceva passato in sordina e in gran parte sottovalutato , ma che secondo me è una gemma grezza del genere hard / sleaze / hair metal o come cavolo lo vogliamo
definire…. chitarre taglienti, ritmiche potenti, voce acuta a tratti miagolante ( non alla salty dog , ma insomma in questi casi ci stà )  pezzi tirati che live avrebbero tirato giù il palco ed infine un paio di ballatone sofferte e magistralmente interpretate.

Il solco musicale è quello dove si muovono gli Slaughter i Bullet Boys e molti altri in quello specifico filone e se qualcuno noterà similarità tra i modi di cantare , beh mi trova abbastanza concorde. Tracce quali Wild young and Crazy, la glameggiante Bad to love , Tear the house down e Shake shake shout, propongono tutti i classici stilemi del genere senza però peccare di plagio , semplicemente questo genere si suona così e le canzoni sono così , se non vi piace dito medio e passare oltre.
I pezzi lenti sono la romantica e dall’interpretazione commovente Dream girl che cattura con un ritornello semplice, ma efficacissimo, Too late non è da meno guidata com’è da un giro di chitarra magistrale e la conclusiva Walk alone si basa su un giro di basso leggermente funkeggiante per poi esplodere in pathos nel ritornello.

Sì nota che adoro questo disco? Beh magari ascoltato senza pregiudizio lo adorerete anche voi.

Se ….e dico se…. non lo possedeste, la recentissima ristampa della Bad Reputation potrebbe essere una ottima occasione per farlo finalmente vostro.

P.s se vi piacevano all’epoca state lontani dal come back che pare stia per uscire, dai due pezzi ascoltati su YouTube…. sarebbe un peccato intaccare un così bel ricordo.

© 2020, Samuele Mannini. All rights reserved.

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