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Recensione

80/100

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Andy McCoy ‎- 21st Century Rocks – recensione

14 Novembre 2020 Comment Stefano Gottardi

genere: Sleaze/Rock 'n' Roll
anno: 2019
etichetta: Ainoa! Productions

Tracklist:

1. 21st Century Rocks
2. Undertow
3. Seven Seas
4. Battleram
5. Maria Maria
6. Bible And A Gun
7. The Hunger
8. Give A Minute, Steal A Year
9. Love It Loud
10. Soul Satisfaction
11. Gimme Time
12. This Is Rock’N Roll

Formazione:

Andy McCoy - Voce, Chitarra, Basso, Percussioni
Matt “Matty J” Janaitis, Niclas Etelävuori - Basso
Pate Kivinen - Tastiere
Gustaf Standertskjöld, Roni Suhonen - Batteria

Ospiti:

Olli Haavisto - Chitarra
Sami Yaffa - Basso, Percussioni
Barry Kling, Janne Haavisto - Percussioni
Esko “Ego” Toivonen - Piano
Jone Takamäki, Olli Ojajärvi - Sax

Contatti:

https://www.andymccoy.com/
https://www.facebook.com/andymccoyofficial/

 

Con colpevole ritardo ci troviamo oggi a parlare del nuovo lavoro di Andy McCoy, storico chitarrista degli Hanoi Rocks, band a quanto pare ormai definitivamente scioltasi dopo la reunion dei primi anni Duemila. Al contrario del suo gemello artistico Michael Monroe, parecchio attivo in sede solista e impegnato con la pubblicazione del suo One Man Gang negli stessi giorni dello scorso anno in cui usciva questo album, l’istrionico axeman finlandese non metteva sul mercato un full-length con impresso sopra il suo nome dal lontano 1995. Certo fermo non è stato, anche in ambito extra-musicale ha posto la sua firma su progetti di pittura, scrittura e televisione, oltre a suonare su vari dischi, ma era proprio alla casella solo album che mancava da molto tempo di mettere la spunta. Il CD, edito dalla a noi sconosciuta Ainoa! Productions, si presenta in un classico digipack con tray trasparente e annesso booklet, privo purtroppo dei testi. Il disco, senza troppi giri di parole, sbatte sul tavolo il solito rock and roll grezzo e bastardo del pirata finnico, contaminato da influenze che comprendono punk rock, glam rock, hard rock, blues, psichedelia, reggae e flamenco. Il tutto condito dalla sua voce sguaiata e perfetta nella sua imperfezione, e la sua inconfondibile sei corde. Ascoltare 21st Century Rocks è un po’ come mangiare un toast: è uno spuntino semplice e senza troppe pretese, ma quando si ha fame lo si addenta sempre volentieri e, se il ripieno è di qualità, il gusto aumenta e l’esperienza migliora. Ecco, McCoy infila vari ingredienti nel suo toast, ma sono tutti molto buoni e stanno bene assieme, e quando lo si mangia viene anche voglia di bersi una birra di quelle ad alta gradazione alcolica e poi magari farsi un bis. Insomma, mette appetito. E mentre si scorgono passaggi che riportano inevitabilmente a pensare alla sua band madre, si scoprono ogni volta nuove sfumature che rendono il disco sempre più godibile ascolto dopo ascolto. Fra le sopraccitate reminiscenze Hanoi Rocks (“Gimme Time”, “Undertow” e la title track), atmosfere gitane (“Seven Seas”, “Maria Maria”), qualche divagazione più sperimentale (“Soul Satisfaction”) e sgasate rnr (“Batteram”, “Bible And A Gun”, “This is Rock’N Roll”), l’album convince grazie ad una buona scrittura e ad un filo conduttore che, seppur fra tante influenze ed un minutaggio abbastanza elevato, Andy non rischia mai di perdere.

IN CONCLUSIONE

Al netto di una produzione accettabile, per fare un buon disco basta avere delle belle canzoni, il mantra dovrebbe essere sempre questo, ma non tutti riescono a seguirlo alla lettera (e per fortuna, se no probabilmente la figura del recensore si sarebbe già estinta da un pezzo). Andy McCoy con 21st Century Rocks ci è riuscito e il consiglio spassionato è quello di dargli una chance, nel caso in cui ve lo foste fatto scappare. E forse uno dei limiti più grossi di questo album è proprio la scarsa copertura mediatica che ha avuto…

© 2020, Stefano Gottardi. All rights reserved.

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