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PRIDE OF LIONS – Lion Heart – Recensione

25 Ottobre 2020 22 Commenti Iacopo Mezzano

genere: Melodic Rock
anno: 2020
etichetta: Frontiers Music Srl

Tracklist:

1. Lion Heart
2. We Play For Free
3. Heart Of The Warrior
4. Carry Me Back
5. Sleeping With A Memory
6. Good Thing Gone
7. Unfinished Heart
8. Flagship
9. Give It Away
10. Rock & Roll Boom Town
11. You’re Not A Prisoner
12. Now

Formazione:

Toby Hitchcock – Lead vocals
Jim Peterik – Lead vocals, background vocals, keyboards, electric and acoustic guitar, percussion
Ed Breckenfeld – Drums and percussion
Klem Hayes – Bass
Mike Aquino – Lead and rhythm guitar
Christian Matthew Cullen Synths and programming

Ospiti:

Colin Peterik – Drums on Lion Heart
Kevin Campbell – Bass on Lion Heart

 

Mi mancano i concerti, e non sopporto più l’idea di non poter più incontrare voi e tanti altri amici sotto di un palco per cantare a squarciagola le canzoni che amiamo. Vorrei poter diventare piccolo-piccolo come un microbo per poter provare io stesso a tirare un bel calcio in culo a questo stramaledetto virus che ci sta rovinando le vite. Vorrei poterlo affrontare come Rocky fronteggiava Ivan Drago nel quarto capitolo della celebre pellicola di Sylvester Stallone, tra una No Easy Way Out e una Burning Heart. Dio solo sa’ come lo vorrei..

La realtà dice che bisogna però stare tutti il più possibile al sicuro, distanti e con la mascherina su. E’ l’unica regola certa, e sicura, al di là di mille mila decreti del governo che settimanalmente modificano il nostro quotidiano. E ad unirci rimane allora solstanto la musica, ascoltata in solitario nelle nostre stanze domestiche come fossimo tutti assieme in un grande stadio, tra i grandi classici del passato e le nuove uscite discografiche divertenti ed appassionanti, come questo ultimo disco dei Pride of Lions di Jim Peterik e Toby Hitchcock: il bel Lion Heart.

Un disco – e vi invito da subito a commentare a piè di pagina per esprimere su di esso il vostro parere – che conferma la sempreverde vena compositiva del maestro Peterik attraverso un songwriting più diretto rispetto ai recenti capitoli della saga Pride of Lions, e che risulta essere proprio per questo capace di ricereare – in modo forse più naturale – il sound retrò del nostro genere, apportando però i consueti aggiornamenti di sound e stile dati specialmente dalla produzione, di valore ma certamente moderna.

Godiamo qui di ottime parti strumentali – opera e merito di Ed Breckenfeld alla batteria, Klem Hayes al basso e Mike Aquino alle chitarre – affiancate al solito vocione maiuscolo di Hitchcock e al carismatico e divertentissimo cantato di Peterik, che vede i due ancora duettare e unirsi per ricreare la strana coppia dal mood divertente e divertito, ma soprattutto positivo, che è da sempre l’anima e il motore dei platter di questa formazione.

E allora via, sulle ali di una title track e opener come Lion Heart, subito perfettamente in stile Pride of Lions e assolutamente corale, tutta da cantare dalle strofe al ritornello, e ancora avanti con una We Play For Free decisamente ’80s e dritta al sodo, con quelle sue tastiere in primo piano, coinvolgenti al pari della sua onnipresente chitarra. Per non parlare di Heart Of The Warrior, ritmata ed energica, elegante ed armoniosa come la seguente Carry Me Back, che in un sol colpo risveglia le nostalgie degli anni passati con la solare e sicnera felicità che nasce dal farsi coccolare dai ricordi di una vita.

Plauso poi per la stupenda mid-tempo melodica Sleeping With A Memory, che in un sol colpo scomoda Foreigner e Boston cone le sue reminescenze del sound antico del genere AOR, e spazio a una Good Thing Gone decisamente catchy, e ancora una volta molto energica e stupendamente interpretata dai due cantanti. Con Unfinished Heart che veste i panni della power ballad romantica e avvolgente, perfettamente arrangiata e interpretata con maestria da un Toby Hitchcock sugli scudi.

Vero baluardo di energie e raffinatezza rock melodica e a tratti quasi sinfonica, Flagship è un’altra canzone da dieci e lode per l’efficacia del suo songwriting, ed è seguita da una Give It Away che tiene il passo e stupisce per il suo testo davvero ispirato, e per l’ottima e sentita interpretazione di Peterik. Infine, è da incorniciare il Survivor-sound di Rock & Roll Boom Town, dedicata a Hollywood e ai suoi falsi sogni perduti, e il sodalizio tra chitarra e basso della potente You’re Not A Prisoner, che lascia spazio al commiato finale di Now, epico ed elaborato, a tratti maestoso.

IN CONCLUSIONE

C’era da aspettarselo: Lion Heart è l’ennesimo centro nel bersaglio ad opera dei Pride of Lions.

Il sesto album in studio di Peterik e Hitchcock regala infatti nostalgie passate a non finire, con un sound ’80s molto più diretto e semplice dei sui ultimi predecessori, e con un mood sempre positivo che fa solo che bene all’anima, visto l’anno difficile che tutti noi stiamo affrontando.

E’ una carica di energia e una boccata d’aria, pura.

© 2020, Iacopo Mezzano. All rights reserved.

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