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Autumn’s Child – Autumn’s Child – recensione

20 Maggio 2020 9 Commenti Denis Abello

genere: Melodic Rock
anno: 2020
etichetta: AOR Heaven

Tracklist:

1. Intro,
2. Rubicon Sign,
3. Glory,
4. Crying For Love,
5. Victory,
6. I’m Done,
7. Sayonare Eyes,
8. Face The Music,
9. You’re Breaking My Heart Again,
10. Everytime,
11. Northern Light,
12. Heaven Knows Your Name

Formazione:

Mikael Earlandsson - voce
Jona Tee - tastiere
Robban Bäck - batteria
Pontus Åkesson - chitarra
Claes Andreasson - basso

 

Autumn’s Child, figli (neanche tanto) illegittimi dei Last Autumn’s Dream… infatti mi sono posto per lungo tempo la domanda su che senso avesse abbandonare (o parcheggiare temporaneamente) il moniker Last Autumn’s Dream e passare al nuovo Autumn’s Child quando, diciamocelo chiaramente, negli ultimi anni Last Autumn’s Dream = Mikael Erlandsson = (quindi) Autumn’s Child… o forse no!
Infatti se è vero che dei Last Autumn’s Dream degli albori (primi due album), che vedevano Mic Michaeli, Ian Haugland, John Levén, Thomas Lassar, Marcel Jacob, Andy Malecek non è rimasto più nessuno e che quindi i LAD bene o male si identificano con il solo Erlandsson è anche vero che qui lo stesso si circonda di artisti in grado di dare nuovamente il loro supporto anche in fase di stesura dell’album, vedi Jona Tee degli HEAT. Oltre a lui concludono la line up Robban Bäck (ex Eclipse, Mustasch), Claes Andreasson (Heartbreak Radio), Pontus Åkesson (Moon Safari)… quindi forse è lecito aspettarsi qualcosa di più rispetto agli ultimi, e per il sottoscritto, poco ispirati LAD.

Infatti l’inizio è promettente e, passata l’inutile intro, il pezzo Rubicon Sign fa ben sperare. Ritornello riuscito, un bel pieno di tastiere e chitarre rombanti, melodic rock a rotazione con la voce di Erlandsson in perfetta forma come sempre! La prima cosa che notiamo durante l’ascolto di questi Autumn’s Child è sicuramente il maggior uso delle tastiere, Face The Music e You’re Breaking My Heart Again ne sono un esempio lampante, e forse una chitarra solista più ispirata (es. Heaven Knows Your Name) rispetto alle ultime uscite LAD e questo sicuramente fa guadagnare punti al tutto.
Dall’altra però lo stile tra le due band è comunque molto simile e il “già sentito e ripetuto” viaggia costante anche se gli arrangiamenti qui hanno uno spunto in più, vedi Crying For Love, le scelte Queeniane di Victory e Everytime, il simil Abba versione anabolizzata AOR della già citata Face The Music che fanno si che comunque l’ascolto dell’album sia più che piacevole in definitiva.

Quindi? Rispetto alle ultime uscite LAD siamo saliti di un bel paio di scalini, ma manca ancora quel qualcosa in più che i primi album dei LAD riuscivano a trasmettere e che qui arriva solo in parte. Molto probabilmente perchè con una moltitudine di uscite a marchio LAD negli ultimi anni Erlandsson ha saturato lo stile del suo songwriting risultando ormai fin troppo prevedibile. La strada è quella giusta ma manca ancora quel qualcosa che faccia scattare la molla tra un buon album ed un ottimo album… mancano i pezzi indimenticabili!

© 2020, Denis Abello. All rights reserved.

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