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Recensione

73/100

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Shaft of Steel – Steel Heartbeat – recensione

31 Marzo 2020 2 Commenti Paolo Paganini

genere: Melodic Rock/AOR
anno: 2020
etichetta: AOR Heaven

Tracklist:


1. Touching You Every Day
2. I've Never Been Alone (With A Girl Like You Before)
3. All Because Of You
4. Together As One Tonight
5. Vulnerable Man
6. Falling Through The Flames
7. Body And Mind
8. Lucky Girl
9. You See Smoke When I See Fire
10. Every Time I Look At You

Formazione:

Robert Fenning - Lead Vocals
Alex Markham – Guitars
Adam Carruthers – Guitars
Dominic Swords – Bass
Chris Smurthwaite – Keyboards
Michael Levy - Drums

 

Gli Shaft Of Steel nascono a Londra nel 2004 per volontà del compositore Alex Markham e del vocalist Robert Fenning con l’intento di dar vita ad un progetto heavy metal sulla scia di band quali Iron Maiden, Dream Theater e Blind Guardian. I due scoprono però presto di essere affascinati dal pop rock anni 80 di Phil Collins e Journey e così decidono di mescolare queste loro influenze con il suono metal iniziale dando vita ad un classico AOR che li porta ad incidere un EP nel 2014. Ne seguono un’intensa attività live e diversi cambi di formazione, fino ad arrivare ai giorni nostri quando AOR Heaven li mette sotto contratto producendo quello che a tutti gli effetti rappresenta il loro vero e proprio debutto sulla lunga distanza. L’opener “Touching You Every Day” e la successiva “I’ve Never Been Alone” sono l’esatta sintesi di quanto appena detto; due brani ad alto tasso melodico che colgono subito nel segno strizzando l’occhio ai più attuali Work Of Art. “All Because Of You” per un secondo mi fa sobbalzare dalla sedia salvo poi constatare il palese furto perpetrato ai danni degli Harem Scarem (“Stranger Than Love”) ed è proprio un peccato perché il brano vivrebbe benissimo di luce propria. “Together As One Tonight” ci riporta ai Journey d’annata facendo emergere la buona capacità della band di azzeccare melodie di facile presa. “Vulnerabel Man” al contrario dopo un brillante prologo si pianta su un refrain piuttosto scontato così come “Falling Through The Flames” dove si ha la netta sensazione che la voce di Fenning sembri più adatta all’heavy metal che al rock melodico. La stucchevole ballata “Body And Mind” contiene in se tutti i clichè del genere mentre delle conclusive tracce segnalo solo la corposa “Every Time I Look At You” un pezzo completo e misurato che potrebbe rappresentare la base da cui partire per il prossimo futuro.

IN CONCLUSIONE

Un disco nel complesso più che discreto, considerando soprattutto che si tratta di un esordio, inevitabilmente penalizzato qua e la da qualche pecca. Personalmente non trovo la voce di Robert Fenning così adatta al genere proposto mentre aggiungerei un po’ più di robustezza ai suoni per dare ai brani un tocco di attualità maggiore.

© 2020, Paolo Paganini. All rights reserved.

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