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Michael Bormann’s JADED HARD – Feels Like Yesterday – recensione

23 Marzo 2020 2 Commenti Alberto Rozza

genere: Melodic Hard Rock
anno: 2019
etichetta: RMB Records

Tracklist:

1. Feel Like I'm Living
2. It Feels Like Yesterday
3. Won't Surrender
4. Bring Me Higher Love
5. We'd Still Make It
6. Mr. Mysterious
7. Good Times
8. Just One More Step Away
9. Don't You Ever Leave
10. I'm A Son Of A Gun
11. Shout It All Out
12. Everybody Is A Rockstar

Formazione:

Michael Bormann - voce, chitarra
Thommy Dahlem - chitarra
Chris Ivo - tastiere
Christoph Baumeister - basso
Michael Müller - batteria

 

Torna alla ribalta l’eclettico cantante tedesco Michael Bormann, con la sua versione contemporanea dei Jaded Hard (progetto che riprende il nome dagli originali Jaded Heart fondati al tempo da lui e suo fratello), che propone un hard rock puro e dall’impatto canonico.

Si parte senza troppi fronzoli con “Feel Like I’m Living”, corale, accattivante e dal ritornello orecchiabile, un brano convincente e sicuramente riconoscibile. Si passa alla title track “It Feels Like Yesterday”, dalla struttura tradizionale, dalle dinamiche conosciute, ma assolutamente godibile e dall’intensità piacevolissima. La prestanza tecnica della band messa in piedi da Michael Bormann è di assoluto valore, dato testimoniato dall’intero lavoro, impeccabile, e in modo particolarmente azzeccato nella traccia “Won’t Surrender”, che offre all’ascoltatore ottimi spunti di riflessione. “Bring Me Higher Love” è quasi poppeggiante, molto contemporaneo, dal sapore molto americano, che richiama moltissimo nelle sfumature e in alcuni passaggi una miriade di brani solari ed estivi passati negli ultimi anni. I toni si incupiscono nella sentita e malinconica “We’d Still Make It”, accorata e appassionata, un brano strappalacrime, lento di valore e in pieno stile hard rock. Ottima atmosfera e un fraseggio quasi piratesco ricorrente rendono “Mr Mysterious” accattivante e piacevole, con il giusto grado di durezza e un diffuso senso di brillantezza nella realizzazione. I ritmi e i suoni si oscurano sulla pestata “Good Times”, molto godibile, che allarga la gamma sonora della band anche su nuovi orizzonti. “Just One More Step Away” è un buon pezzo, leggero, senza troppe pretese, ma dall’efficacia straordinaria. Ancora un lento, molto intenso ma tutto sommato un po’ ridondate, ci accompagna: “Don’t You Ever Leave” entra nella miriade di dimostrazioni di questa tipologia di brano. I ritmi si riaccendono con la coppia “I’m A Son Of A Gun”, intrigante e veloce, acuta e ben strutturata, che lascia spazio alla titanica e granitica “Shout It All Out”, scandita da un ottimo utilizzo della tastiera e da una dinamica ampia e colossale. L’inno finale “Everybody Is A Rockstar” è un urlo di speranza a non mollare mai, come questa versione dei Jaded Hard, che nel complesso ci consegna un lavoro non molto originale, a tratti ripetitivo, ma che tutto sommato è la prova di una resa strumentale ottima e di una convinzione a tratti encomiabile.

© 2020 – 2022, Alberto Rozza. All rights reserved.

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