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Recensione Classico

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Aviator – Aviator – Classico

31 Marzo 2020 12 Commenti Yuri Picasso

genere: AOR / Melodic Rock
anno: 1986
etichetta: RCA
ristampe: Escape Music (1997), Rock Candy (2019)

Tracklist:

Front Line
Back On The Street
Don't Turn Away
Wrong Place Wrong Time
Never Let The Rock Stop
Come Back
Magic
Can't Stop
Too Young
Every Schoolboy Knows

Mixed By – Neil Kernon

 

Stiamo attraversando un momento nuovo e difficile. Mia mamma (classe 1950) non si ricorda di un momento paragonabile a questo. Nata da una famiglia di modeste possibilità economiche , cresciuta nel secondo dopo guerra. Abituati ad avere pochissimo, contenti quando avevano la fortuna di avere poco, come mangiare carne ogni 3/4 giorni,per esempio. La retorica chiama retorica esprimendo con parole diverse un unico concetto: si aveva molto meno e si era contenti. In questi giorni di riflessioni che attraversano le nostre menti e di cui ho il grosso timore non porteranno a nessun sostanziale cambiamento nella vita sociale una volta superata la pandemia da Covid-19, ho deciso di riascoltare un paio di album che mi hanno aiutato ad amare e a comprendere il nostro genere preferito. E nel voler scrivere di qualcuno di questi, ho scelto gli Aviator perchè ancora oggi mi chiedo come sia possibile che un disco cosi non abbia spopolato ai tempi in America e/o in Europa.

Alla fine degli anni 60 il chitarrista Ritchie Cerniglia e il batterista Mike Ricciardella erano gia attivi nella band di rock psichedelico The Illusion. Dopo questa esperienza provarono con il pop dei Network, ma anche questo progetto non ebbe grossi riscontri commerciali. Cosi i 2 durante i primi anni ’80 arruolarono il talentuoso Ernie White alla voce nonchè pregevole songwriter e il bassista, nonché turnista di una certa fama, Steve Vitale (prima nella band di Eddie Money e Bruce Springsteen tra le altre).
Provano la svolta verso un hard rock iper melodico dove le tastiere del guest Tommy Zito contribuiscono non poco a creare un perfetto circuito di armonizzazioni coi riff e i soli di Cerniglia e l’ugola d’oro di Ernie White, il tutto prodotto da un certo Neil Kernon (Petra, Dokken , Autograph, ma anche Kansas e Nevermore e tanti altri per non farsi mancare nulla).

Aviator è un disco dove tutto è al posto giusto;il songwriting, la produzione, il lavoro meraviglioso svolto da ogni singolo musicista.
Proviamo a fare un resoconto dei brani in scaletta.
Il ruolo di opener è affidato a “Frontline”, anthem che profuma di Survivor.
Come non nominare “Don’t Turn Away”? Romantica e dinamica allo stesso tempo col suo chorus sfumato che chiude l’outro di un pezzo pressochè perfetto.
“Wrong Place Wrong Time” dimostra quanto si possa essere coinvolgenti senza essere prevedibili con armonie vocali che si sussegono a tastiere che richiamano la scuola nordeuropea (Vedi Europe).
Il bridge voce tastiera che precede il solo di Cerniglia toglie ancora oggi il fiato.
Se “Never Let The Rock Stop” ricorda i migliori Autograph, il pop romantico di “Magic” vi lascerà prigionieri anche se non abituati a certe sonorità “soft”.
Si passa a “Can’t Stop”, energica e frizzante dotata di un lavoro sontuso alle tastiere con un riff degno della migliore scuola scandinava per poi sfociare in un pre-chorus e refrain tipicamente americani.
“Through the Night” è divertente e mi ha riportato alla mente i migliori Night Ranger.
Si continua con le 2 bonus prodotte dalla coppia White/Vitale scritte dopo l’abbandono di Cerniglia e Ricciardella, presenti gia a partire dalla prima ristampa da parte della Escape Music datata 1997.
Da ricordare “Holding on”, romantica ma non stucchevole. Una ballad credibile e di carattere.
Anche nominando paragoni gli Aviator avevano una loro identità, sintetizzabile in grandi chorus e negli arrangiamenti melodici composti da intrecci di chitarre-tastiere-linee vocali alla ricerca della melodia perfetta.

Ricordo un’intervista al guru Kernon letta anni fa dove fra tutti i gruppi che aveva seguito in fase di produzione , non era in grado di darsi un valido motivo del mancato successo degli Aviator, vista la qualità del prodotto e dei musicisti.
Di certo uno fu lo scarso interesse e promozione nutrita ai tempi dalla RCA.

Aviator rimane nel tempo un bellissimo esempio di come certa musica sia davvero difficile da riprodurre con la medesima qualità.
L’ispirazione è alla base del successo, se accompagnata dal talento e dalla perizia in fase di costruzione diventa un esempio, superando la prova del tempo. Capolavoro oggi come Capolavoro 34 anni fa.

© 2020 – 2022, Yuri Picasso. All rights reserved.

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