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Recensione

80/100

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Robert Tepper – Better Than The Rest – recensione

31 Gennaio 2020 7 Commenti Max Giorgi

genere: Melodic Rock
anno: 2019
etichetta: AOR Heaven

Tracklist:


1. Why Does Over
2. Better Than The Rest
3. All That We Never Have
4. Testimony
5. Time Just This Time
6. My Yesterday
7. Tell Me You Love Me
8. Show Me Where The Light Is Going,
9. Beyond The Atmosphere
10. I Don’t Want To Make You Love Me
11. You Know Just How You Feel

 

Gentili lettori e lettrici di www.melodicrock.it, parlare di Robert Tepper significa forzatamente tornare indietro nel tempo fino a quei favolosi anni 80, che sono stati per il nostro autore/cantante gli anni di massimo successo e popolarità. In realtà la sua carriera inizia molto presto, all’inizio dei ’70 in cui si affaccia al music business con il suo primo successo “This is Love” cantato da Paul Anka. Ma la vita di Robert cambia radicalmente nel 1985 con la sua firma per la Label “Scotti brothers” che avviene di pari passo con il trasferimento a Los Angeles……..e l’incontro con Silvester Stallone!!!! Il resto è storia: il noto attore/regista rimane folgorato da un brano di Robert (no easy way out) che verrà inserito nella colonna sonora del film Rocky IV e che raggiungerà le vette delle classifiche di tutto il mondo. Il rapporto tra i due non finirà lì, infatti un altro brano di Tepper (Angel of the city) verà usato da Stallone per un altro suo film di grandissimo successo: “Cobra”. La carriera di Robert negli anni a seguire prosegue con la pubblicazione di alcuni album. Nel 1996 pubblica “No Rest for the Wounded Heart” (MTM music), mentre nel 2000 esce “New life Story” che gli darà l’occasione di fare una serie di spettacoli in Europa. Durante questi show, Robert conosce il chitarrista Pablo Padilla che diventa in breve tempo amico e collaboratore. Ed è anche da questa collaborazione che nasce questo nuovo lavoro: “Better than the rest”.
Non ci resta che andare ad ascoltare:

“Why does Over” apre l’album faendomi fare subito un paio di considerazioni importanti: Robert non ha più la voce di un tempo, il timbro si è incupito, spesso sembra che sia al limite, quasi sofferente. Ma il tutto dona un colore ed un pathos che a me non dispiace per nulla. Seconda considerazione: già dalle prime note è chiaro che questo è un lavoro che strizza l’occhio agli anni 80. Rock melodico di gran classe, belle sonorità e ritornelli accattivanti. Ed il tutto non guasta per nulla.
Il secodo brano è la title track “Better than the rest”, gran melodic rock song di classe, ma sopratutto episodio in cui possiamo apprezzare a pieno le capacità chitarristiche di Padilla.
Con “All that we never have” e “Testimony” siamo di fronte a brani pop-rock che danno la sensazione di esplodere in qualcosa di importante da un momento all’altro, ma che invece nn riescono a decollare.
Ed ora è tempo della ballad, con “Time Just This Time” ci abbandoniamo agli arrangiamenti sognanti ed alle dolcissime note di Padilla. Uno dei momenti migliori di questo album.
Attenzione, attenzione!!! Il volo diretto per gli anni ’80 è in partenza dalla track n. 6! “My Yesterday” è tutto cio che ci si può e deve aspettare da una melodic rock song anni 80. Se siete un pelo nostalgici…il top!! Ma non finisce quì, perche con Tell me You love me si rimane indietro nel tempo con suoni che si fanno sempre più datati e con l’utilizzo di drum machine a manetta. In questo viaggio, ormai, senza ritorno si passa dalle sonorità più hard di Show me Where the light is over a quelle più pop di Beyond the Atmosphere con il suo coretto molto radiofonico.Siamo quasi alla fine, non prima di ascoltare I suoni hard rock di I Don’t Want to make you lome me (un po’ ripetitiva), ed abbandonarci alle note di pianoforte di apertura di You know Just How you feel che si sviluppa in un crescendo di controtempi e pause nel brano sicuramente più articolato dell’album.

Better then the rest è un disco che sicuramente ci rimanda ai vecchi fasti della carriera di Tepper senza però riuscire ed avere quei picchi che magari ci si potrebbe aspettare. La sua voce non è più quella di un tempo ma, purtroppo, le primavere iniziano ad essere tante. Rimane comunque un lavoro piacevole con alcuni brani molto belli e con una ottima prestazione di Pablo Padilla alla chitarra. Un disco che non può mancare sugli scaffali di chi ha amato ed ama Robert Tepper e comunque un disco da ascoltare per chi ha voglia di tornare a quelle sonorità, forse anche un po’ datate, ma che hanno contribuito alla storia ed allo sviluppo della nostra mata musica.
Let’s Rock

© 2020, Max Giorgi. All rights reserved.

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