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Recensione

80/100

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In-Side – Out-Side – recensione

28 Marzo 2018 6 Commenti Davide Arecco

genere: AOR / Melodic Rock
anno: 2017
etichetta: Andromeda Relix

Tracklist:

01 The Gate (02:03)
02 The Signs Of Time (04:36)
03 The Running Man (04:42)
04 Block 4 (The Russian Woodpecker) (05:56)
05 I'm Not A Machine (05:25)
06 Break Down (06:35)
07 Lie To Me (04:31)

Formazione:

Saal Richmond - tastiere
Dave Grandieri - tastiere e cori
Beppe Jago Careddu - voce
Cloud Beneventi - chitarre
PJ Philip - basso
Marzio Francone - batteria

Ospiti:

Luca Betti - chitarra
Abramo De Cillis - chitarra
Aldo Garrone - voce

Contatti:

https://www.facebook.com/INSIDEAORITALY/

 

Torinesi, gli In-Side propongono un ottimo AOR, intarsiato di hard melodico e di prog rock classico e raffinato. Qualcuno potrebbe sentire nella loro musica i Toto, altri certi Styx. A noi importa solo in questa sede segnalare un disco davvero bello ed intrigante, che vive di sette canzoni, che guardano – e non poco, comprensibilmente – all’America delle radio nei primi anni Ottanta.
Certi passaggi, poi, sfiorano il pop-metal (stile Angel di Sinful, oppure Brighton Rock), anche se la protagonista presso che assoluta del lavoro è la melodia, una melodia rivissuta e ripensata, con non poca nostalgia verso il bel tempo che fu.

Break Down è una song splendida ed emozionante, sorretta da tastiere davvero superbe, e degne del grande Gregg Giuffria. Né manca, ovviamente, la ballad, in questo caso Lie to Me, che, però, tutto è fuorché banale o scontata. Insomma, la classe non è acqua e gli In-Side danno prova di sicurezza compositiva e d’abilità tecnica non comune. Dal capoluogo piemontese – la cosa, per quanto nota, va ricordata – sono venuti in passato grandi nomi del (thrash) metal, come i Broken Glazz e i Braindemage e parlando di AOR impossibile non ricordare gli Elektradrive o in tempi più recenti in ambito melodic rock i Soul Seller.
Ora, con gli In-Side, c’è una nuova stella che brilla nel firmamento AOR: la scrittura del sestetto subalpino è fluida e solida, mentre l’ampio uso di synth dona un tocco pomp in più, che incanterà chi adora l’Alan Parsons Project del periodo 1982-1986 o la scuola AOR nordica (gli Europe di Wings of Tomorrow, o ancora i Work of Art nei Nineties).

© 2018, Davide Arecco. All rights reserved.

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