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Recensione

80/100

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Animal Drive – Bite! – recensione

29 Marzo 2018 28 Commenti Max Giorgi

genere: Hard Rock
anno: 2018
etichetta: Frontiers Musci

Tracklist:

01. Goddamn Marathon
02. Tower Of Lies (I Walk Alone)
03. Had Enough
04. Hands Of Time
05. Lights Of The Damned
06. Time Machine
07. Father
08. Fade Away
09. Carry On
10. Devil Took My Beer Again
11. Deliver Me

Formazione:

Dino Jelusic: singer/keyboard
Ivan Keller: guitars
Roko Rokindja Nikolic: bass
Adrian Boric: drums

Contatti:

Website: http://animal-drive.com/
Facebook: https://www.facebook.com/AnimalDrive69/

 

Cosa c’entra la Croazia con il genere musicale che noi tanto amiamo ed in generale con la scena Hard & heavy? Ben poco, avrei affermato fino a qualche giorno fa (sicuramente per mia ignoranza). Grande lacuna assolutamente colmata dal 23 Febbraio, giorno di uscita di questo primissimo lavoro degli ANIMAL DRIVE – “BITE!”. Ci troviamo di fronte a 4 giovani (tra 24 e 29 anni) ragazzi di Zagabria cresciuti a pane, Whitesnake e Skid Row (periodo di Slave to the grind). Il loro sponsor e “padrino” musicale è Mister Jeff Scott Soto che rimane impressionato dalle doti vocali del frontman Dino Jelusic, ascoltandolo durante la sua partecipazione al tour della Trans Siberian Orchestra e decide di presentare lui e la sua band alla italica Frontiers. Così, con grande curiosità e molte aspettative, mi accingo ad ascoltare questo CD:

…apre l’album il brano Goddamn Marathon sulle note di tastiera che ci ricordano il grande John Lord. Solo poche misure ed il brano si sviluppa con sonorità quasi prog metal che lasciano spazio ad un tipico chorus hard rock con la voce di Dino subito sugli scudi. Inizio con pochi fronzoli, dove il talento di questi ragazzi si mette subito in luce. L’energia non scende anche con il secondo brano: “Tower of lies” è un pugno sonoro che non da tregua all’ascoltatore e lo colpisce allo stomaco con un sound potente (quasi metal) ma che non trascura assolutamente la melodia.
Had enough ricorda decisamente il sound del serpente bianco, pronto a “morderci” ed infondere nel nostro sangue il sacro veleno composto da riff di chitarra compatti ed una ritmica possente.
Ok! Ora se pensate di tirare un po’ il fiato con il prossimo brano… vi sbagliate di grosso!!!! Hands of time mette in luce il calore ed i colori della voce di Jelusic, molto pulito e preciso anche sulle note basse. Presenta un crescendo musicale che sfocia in un chorus di Coverdaliana memoria. Un gran bel solo di chitarra completa il brano… ma quanto sono brani questi ragazzi!!!
Lights of the damned è una tipica hard rock song con un ritornello da urlare a squarciagola. Avrà un grande impatto live. Time machine è una song granitica che si sviluppa in un mid tempo cattivo e cadenzato per poi aprirsi in un raddoppio di tempo nel ritornello… ancora cambi tempo, stacchi e bridge di impatto ci portano alla fine del brano in cui Jelusic fa sfoggio del suo ampio registro estensivo.
Ora, per modo di dire, prendiamo un attimo fiato con Father: una voce coinvolgente e di grande interpretazione ci accompagna in una metal ballad che ti lascia senza fiato per l’intensità con cui viene eseguita… brividi veri.
Adesso pensate ad un brano con una metrica che strizza l’occhio alla musica pop, ma vestitelo di borchie e metallo, poi aggiungete delle gran belle parti di batteria ed il tipico coro finale da cantare tutti assieme ed ecco a voi “Fade Away”. Forse il brano più commerciale di questo album.
Carry on ci ricorda quanto sia bravo Jelusic con l’ennesima prova vocale magistrale… controllo ed estensione, senza mai urlare, donano tanta melodia ed impatto a questo brano
Devil took my beer again ci regala del buon hard rock con qualche “spruzzatina” di prog metal… abbiamo tutti gli ingredienti per fare head banging con una bella birra in mano… sperando che anche questa volta non passi il Diavolo a prendersela.
Si finisce con Deliver Me: e non si poteva che finire con il botto. Cattiveria, tecnica e buon sogwriting ci accompagnano in questa cavalcata che intervalla momenti quasi metal ad altri più soft e melodici. Quasi 7 minuti di brano che passano alla velocità della luce!!!!

IN CONCLUSIONE

Prima prova superata a pieni voti! Questo è un gran bel disco! La voce di Dino Jelusic riesce a dare un valore aggiunto a questo lavoro… ma attenzione, gli altri componenti della band non sono dei semplici comprimari, ma protagonisti, dotati di tecnica e capacità espressiva. Ottimi il songwritng e la produzione, grandissima energia e nessun calo di tensione per tutta la durata dell’album, Vogliamo proprio cercare un difetto? Forse mancano ancora di una personalità ben definita, ed un pelo di originalità in più non guasterebbe… ma questo non deve sminuire ciò che di buono hanno fatto con BITE!. A questo punto non vedo l’ora di ascoltarli live al Frontiers Festival (appuntamento a cui non mancare!!!!). Ed ora? Prendete il cd… inseritelo nel lettore… e Alzate il volume!! They’re ready to bite!!!

© 2018, Max Giorgi. All rights reserved.

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