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Recensione

69/100

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Raw Silk – The Borders Of Light – recensione

10 Ottobre 2017 Comment Luka Shakeme

genere: Aor, Hard Rock
anno: 2017
etichetta: Fame Of Poets Records

Tracklist:

One Lifetime
Nobody Fills the Loneliness
Chimera
Night Time Angels
The Road You’ve Taken
Losing My Mind
Distressed and Powerless
Out of reach
The Borders of Light
Solitude of Pain

Formazione:

Chris Dando – Voce, Tastiere
Daryl Gardner – Chitarra Ritmica
Kostas Kyriakidis – Drums, Keyboards
James Marshall Stanley – Chitarra Solista
Paul Thompson – Basso
James Barratt – Chitarra Acustica
Stephanie Fowler – Voce

Contatti:

https://www.facebook.com/rawsilkofficial/

 

Il progetto di cui mi accingo a parlarvi nasce nei primi anni ’90 ma come spesso accade per le vicissitudini più disparate, vede arenarsi sogni di gloria e prospettive magari importanti. E’ il caso dei greci Raw Silk che dopo l’ottimo riscontro di critica ottenuto con “Sik Under The Skin” mollano la presa e per lunghi anni piombano nel silenzio più assoluto, fino ad arrivare ai giorni d’oggi con la produzione di un secondo full lenght, “The Borders Of Light”.

One Lifetime” opener decisamente cadenzata, corposa nel suo incedere e con svariati spunti che mi si pongono positivamente all’attenzione. Egregio lavoro sulle partiture vocali, break delicati fanno si che il pezzo possa respirare e mettere in condizione la band di godere di buona personalità. Sicuramente una traccia inusuale come apertura e per essere apprezzata appieno ha bisogno di qualche ascolto.
Nobody Fills The Loneliness” è un canonico Hard Rock immediato fatto di riffing corposo, melodie vocali dirette e lavoro di tastiere pronte a incorniciare il tutto con un lavoro minimale. A parte il solo non di scuola neoclassica ma come struttura in se, la composizione riesce a rimandarmi al periodo “Odyssey” “Eclipse” del grande Malmsteen.
Chimera” cambia ancora rotta e si ritorna sull’intensità; almeno l’intenzione è quella. Purtroppo trovo un quadro con troppi colori e una figura inespressa. Buoni spunti qua e là emergono che annegano in un mood tendenzialmente noioso; la durata eccessiva non aiuta sicuramente una buona fruibilità. Peccato davvero.
“Night Time Angels” esplora terreni fatti di un più morbido aor e per certi versi segue pedissequamente le linee critiche di cui precedentemente accennate. Ho apprezzato decisamente le morbide aperture vocali sulle strofe sostenute da arrangiamenti strumentali misurati; molto meno il cuore del pezzo. Il chorus l’ho trovato non completamente centrato. Carino ma che non riesce a seguire le buone premesse iniziali.
The Road You’ve Taken” è la prima ballad. L’ugola di Chris Dando in questo contesto riesce a esprimere al meglio i suo colori più caldi provando a enfatizzare le emozioni di una bella ballad dai toni sicuramente strappalacrime. Il tutto risulta convincente questa volta se si lascia un’attenuante al songwriting che non può risultare fresco e veramente accattivante.
Losing My Mind” tenta di muoversi su terreni blueseggianti e direi che lo fa egregiamente. Bello il lavoro di chitarre atto a sostenere linee vocali sofferte e direi interpretate al meglio. Certo con questo episodio il platter determina un caleidoscopio di colori più ampio. C’è da vedere Raw Silk dove voglia arrivare. Al momento il miglior pezzo del lotto in quanto mette in mostra le migliori peculiarità degli artisti coinvolti.
Distressed and Powerless” ritorna a battere terreni Hard Rock. Non mirabolante, non lascia gridare al miracolo anche se riserva chorus più che gradevoli. Notevole anche il solo di chitarra ad opera di un Stanley sicuramente ispirato. Una considerazione a questo punto la si può fare. La band non riesce a esprimersi al meglio in ambiti più rocciosi e travolgenti desiderosa forse di sperimentare senza remore.
Out Of Reach” è uno dei momenti più morbidi di tutto il platter complice arrangiamenti dilatati e ariosi che riescono a far vivere al pezzo soluzioni più diversificate. Malgrado ciò non riesce a convincermi pienamente e mi porta al discorso di cui sopra.
The Borders Of Light” nonostante abbia bisogno di più di un ascolto per essere metabolizzato riserva buone soluzioni su cui soffermarsi. Si tratta di una composizione decisamente lunga e articolata dove emergono miriade di sfumature. Di base aleggiano colori a tinte drammatiche complice armonie vocali ricercate e quasi operistiche e a tratti ai limiti del progressive. Coraggiosi e per quanto mi riguarda ho gradito quantomeno il desiderio di dimostrare la vera anima del progetto Raw Silk, che abbiano colto pienamente il segno forse sarebbe azzardato ma ripeto; da premiare il coraggio e l’intenzione.
Solitude Of Pain” è una ballad posta in chiusura senza infamia e senza lode. Tenta di destare affannosamente attenzione su un lavoro che vive di luci ed ombre ma che stancamente si trascina alla fine.

In Conclusione

“The Borders Of Light” potenzialmente avrebbe potuto avere credenziali per suscitare attenzione fra gli estimatori che amano il soft rock piuttosto che del pomp rock e perché no anche fra coloro che cercano soluzioni più viscerali. Il risultato purtroppo lascia in parte a desiderare e probabilmente qualora dovesse esserci un nuovo platter per la band greca, potremmo ascoltare un lavoro finalmente più deciso sulla strada da intraprendere che a tutt’oggi non credo sia palesemente delineata.

© 2017, Luka Shakeme. All rights reserved.

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