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Recensione

75/100

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Coastland Ride – Distance – recensione

08 Agosto 2017 3 Commenti Luka Shakeme

genere: AOR / Westcoast
anno: 2017
etichetta: Avenue Of Allies

Tracklist:

1. Winds (3:48)
Words & Music: Markus Nordenberg
2. Saviour (3:38)
Words & Music: Anders Rybank
3. Love Is On Your Mind (3:49)
Words: Markus Nordenberg / Music: Markus Nordenberg & Anders Rybank
4. Dead For Seven Days (4:19)
Words: Mikael Bohlin & Markus Nordenberg / Music: Mikael Bohlin
5. Here In My Heart (4:08)
Words: Markus Nordenberg / Music: Markus Nordenberg & Anders Rybank
6. Eye Of The Storm (4:50)
Words & Music: Anders Rybank
7. Nation Of Grace (4:41)
Words: Markus Nordenberg / Music: Anders Rybank & Markus Nordenberg
8. Spotlight Sun (3:38)
Words: Markus Nordenberg / Music: Anders Rybank
9. Higher Ground (3:39)
Words: Markus Nordenberg / Music: Mikael Bohlin & Markus Nordenberg
10. Princess’ Little Wonderland (4:03)
Words & music: Mikael Bohlin & Markus Nordenberg
11. Hardcoded Life (4:25)
Words & Music: Mikael Bohlin
12. Reasons To Try (4:42)
Words & Music: Markus Nordenberg

Formazione:

Markus Nordenberg - Lead & background vocals, keyboards
Anders Rybank – Keyboards, guitars, bass, drums & programming, background vocals
Mikael Bohlin - Guitars, keyboards & programming

Ospiti:

Sven Larsson - Guitar solos on 2, 3, 4, 6, 8, 10, 12; Acoustic guitar solo on 5
Lars Chriss - Guitar solo on “Winds”
Michael Cederholm - Background vocals on “Eye of the Storm” & “Nation Of Grace”
Helena Dalby & Karina Nilsson - Background vocals on “Spotlight Sun”
Tomas Lundgren & Hansi Fellbrink - Background vocals on “Higher Ground”

Contatti:

www.coastlandride.net

 

Se c’è un paese che negli ultimi anni ha sfornato band a profusione quello è la Svezia. La lista è sempre più affollata e competitiva nel mondo dell’Hard Rock, le produzioni sono pedissequamente uniformate su standard altissimi e il songwriting malgrado ora si rischi involontariamente di finire in vortici del plagio risulta generalmente fresco e a tratti moderno. Ci sono progetti che invece malgrado queste premesse preferiscono remare quasi in controcorrente aggrappandosi alla nostalgia a stelle e strisce degli eighties. Coastland Ride potrebbe essere annoverato fra le band che reggono sulle caratteristiche appena citate. Ad ogni modo non parlerei di un progetto prolifico visto che a vent’anni dalla nascita siamo di fronte al terzo platter ovvero “Distance” di cui come di consueto mi appresto a snocciolarne il contenuto.

“Distance” mette subito in risalto l’animo puramente aor e pomposo del combo. Armonie vocali cristalline e raffinati arrangiamenti si lasciano apprezzare. Notevole il lavoro fatto sui chorus egregiamente enfatizzato dall’ottimo Markus Nordenberg dotato anche di un timbro oggettivamente bello.
“Saviour” è più delicata e introspettiva con aperture dei chorus solari e ricchi di energia positiva. Evidente l’impronta di band seminali tipo Journey, Toto, Asia, Foreigner.
“Love Is On Your Mind” altro episodio di aor pomposo e anche in questo i riferimenti a leggende del passato sono evidenti. Si profila un lavoro artisticamente onesto che probabilmente passerà inosservato ai più ma che di sicuro non potrà essere accusato di essere stato scritto e prodotto a tavolino.
“Dead For Seven Days” pur essendo sorretta da strutture pomp-aor mostra il lato più roccheggiante.
Trascinante, tuttavia non fa gridare al miracolo ma rappresenta uno di quei pezzi di cui difficilmente ci si potrebbe stancare anche a successivi ascolti.
“Here In My Heart” è la prima immancabile ballatona. Anche in questo caso i punti di riferimenti si sprecherebbero. Magari potrei dire che un Richard Marx sarebbe stato felice di scrivere un pezzo del genere. Non posso non menzionare la grande interpretazione vocale di Nordenberg sostenuta dal solito tappeto strumentale pregno di raffinata emotività.
“Eye Of The Storm” ritorna su canovacci di un morbido AoR ricco di cori e di keyboards. Si lascia ascoltare e per chi ama atmosfere dilatate e ariose con ritornelli pronti a essere canticchiati è sicuramente grasso che cola.
“Nation Of Grace” è in assoluto la composizione più matura del lotto. Si delinea un lavoro di tastiere incisivo che segna coordinate più oscure e oserei dire inaspettate. Sembra quasi uno spartiacque fra la prima e la seconda parte del platter. Staremo a vedere. Le chitarre dunque risultano minimali, lasciano spazio come già accennato a keyboards profonde dal flavour drammatico.
“Spotlight Sun” rispetta in linea di massima le mie aspettative. Ricercato con una buona dose di magniloquenza gode di chorus aperti sempre sorretti da arrangiamenti vocali ancora una volta impeccabili. Malgrado si lasci ascoltare mi sento umilmente di considerare questa traccia un pelo inferiore alle altre composizioni per la mancanza di evidenti sussulti compositivi.
“Higher Ground” non si discosta molto da terreni già ampiamente battuti. Armoniosa e morbida nel suo incedere sempre enfatizzata da un cantato sempre misurato e mai desideroso di protagonismo.
“Princess Little Wonderland” ha bisogno di essere ascoltata con più attenzione per essere pienamente metabolizzata. Strofe acide e chorus invece più aperti ma pur sempre criptici tentano di portare Coastland Ride su terreni più roccheggianti con risultati rivedibili. Nordenberg mi sembra assolutamente preparato a calarsi in scenari più oscuri e graffiati.
“Hardcoded Life” è pronta a ridare nuova luce come un cielo rischiaratosi da un breve temporale estivo. Una delicata ballad pregna di pathos riesce ad ammaliare senza stancare perché malgrado non riscriva i fondamentali del genere, quantomeno non gira su armonie vocali scontate e stantie.
“Reasons To Try” in chiusura potrei considerarlo come uno dei migliori episodi del lotto dove anche in questo caso è il coraggio di spingersi oltre ciò che manca ma questa purtroppo è in parte un limite di cui soffre l’intero platter.

IN CONCLUSIONE

Potrei consigliare questo lavoro ai vecchi nostalgici di un certo tipo di AoR fatto di melodie intense e a tratti magniloquenti, tastieroni pomposi e chitarre essenziali. Un lavoro che malgrado risulti tendenzialmente gradevole manca di un paio di Hit che ne facciano fare davvero il salto di qualità oltre al desiderio di restare troppo ancorati a porti sicuri. Una band del genere ha tutte le carte in regola per andare oltre pur restando vicina a certi tradedmark. “Distance” ampiamente promosso dunque, ma con velate riserve.

© 2017, Luka Shakeme. All rights reserved.

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