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Recensione Gemma Sepolta

Gemma Sepolta

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Rio – Borderland – Gemma Sepolta

08 Febbraio 2017 3 Commenti Leonardo "Lovechaser" Mezzetti

genere: AOR/MELODIC ROCK
anno: 1985
etichetta: MUSIC FOR NATIONS
ristampe: 2010- Krescendo Records ‎

Tracklist:

01. I Don't Wanna Be The Fool
02. Straight To The Heart
03. Tommy Can't Help It
04. Better This Time
05. State Of Emergency
06. Shy Girl
07. She's A Virgin
08. Close To You
09. Borderland

Formazione:

Jon Neill - voce, chitarre
Steve Rodford - batteria, basso, tastiere

 

Di ritorno da uno dei miei viaggi indietro nel tempo, dagli Eighties oggi vorrei recuperare i Rio, con il loro bellissimo Borderland.
I Rio erano nati dall’amicizia tra Jon Neill e Steve Rodford, e venivano dal Regno Unito. Il loro era un FM-AOR estremamente ovattato e patinato, proprio come quegli anni di grazia richiedevano, straripante di grandi cori, e tutto molto States-oriented.

Ebbene, nell’anno del Signore 1985 diedero alle stampe un fenomenale lavoro intriso dell’anima di quei tempi. Un lavoro che ancora oggi, dopo più di trent’anni, ripulito dalle poveri dei decenni e dalle ceneri del grunge, può esplodere ancora di romantiche melodie, ma con un’urgenza pazzesca.

Apriva le danze I Don’t Wanna Be your Fool, energica e fanciullesca, sostenuta da un tappeto tastieristico spaventoso.
Straight To the Heart è più matura, solenne come non mai nell’intro, ma carica a mille nel bridge, per poi scatenarsi nel chorus.
Tommy Can’t Help it è una perla AOR, un mid-tempo dai tratti quasi Hi Tech, con un chorus epico.
Continuiamo con Better This time, scanzonato AOR di pregevole fattura, e State of Emergency, il lato duro della band, urgente nel suo incedere.
A questo punto, signori, arriviamo a Shy Girl che è l’autentico capolavoro. Pazzesca, fenomenale. Assolutamente dentro la mia personale top ten della storia dell’AOR. Le aperture iniziali della tastiera si fondono senza sosta con la chitarra, in un maestoso brivido sonoro, sempre in crescendo, fino al chorus che ti spazza via, letteralmente.
She’s a Virgin propone un altro pezzo che profuma di spensieratezza Eighties.
Close to you è una semi-ballad dal chorus solenne e urgente.
Borderland è anthemica ed epica, ed è il suggello perfetto per la fine del disco.

Dopo questo lavoro i Rio diedero alle stampe Sex Crimes, che presentava un sound un po’ più duro e sporco, poi nel 1987 cambiarono nome in Big Talk e uscirono con dei demos, tornando su sonorità più leggere. A quel punto i nostri due eroi si persero tra le nebbie dei tempi. Ormai la magia di Borderland  si era esaurita.
I motivi per cui il disco non ebbe successo sono veramente inconoscibili. Il sound era quello giusto, l’anno di pubblicazione era perfetto, a metà di quella che fu la Golden Era dell’AOR, e la triste tempesta del Grunge era ancora sufficientemente lontana. Forse malsane divinità avevano deciso che i Rio non dovevano avere successo.
Ebbene, sta anche a noi adesso, dopo più di trent’anni, fare sì che questo gioiello non vada completamente dimenticato. Perché è indubbio che, nell’intera storia del melodic rock, Borderland ne deve essere considerato un superbo caposaldo.

© 2017 – 2022, Leonardo “Lovechaser” Mezzetti. All rights reserved.

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