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Recensione

75/100

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RavenEye – Nova – recensione

09 Dicembre 2016 Comment Matteo Trevisini

genere: hard rock / alternative rock
anno: 2016
etichetta: Frontiers Music

Tracklist:

01. Wanna Feel You
02. Come With Me
03. Inside
04. Hero
05. Supernova
06. Walls
07. Oh My Love
08. Madeline
09. Hate
10. Out Of The Rain
11. Eternity

Formazione:

Oli Brown - voce, chitarra
Aaron Spiers – basso, voce
Adam Breeze – batteria

Contatti:

http://www.raveneyeofficial.com/

 

La Frontiers lo ha capito finalmente di non fossilizzarsi solo sull’Aor e vecchie glorie dell’arena rock anni ’80 e, tra le sue solite uscite, ogni tanto fanno capolino bands giovani che con i suddetti generi centrano poco ma che sono interessanti per ampliare il bacino d’utenza della ormai consolidata label partenopea.
Ecco quindi arrivare il debut album degli inglesi Raveneye guidati dal chitarrista e cantante Oli Brown. Brown, giovane chitarrista blues già affermato come solista grazie al suo secondo album, Heads I Win Tails You Lose, prodotto da Mike Vernon ed il battage pubblicitario di Classic Rock Uk che lo ha incensato e premiato come solo loro sanno fare con le bands di casa loro. Decisosi a fondare un power trio con i RavenEye Oli, accompagnato da Aaron Spiers al basso e Kev Hickman alla batteria portano l’hard blues classico in territori moderni mescolandolo l’alternative e certe sonorità grunge (…le avete presente se vi faccio l’esempio di Foo Fighters e gli Alter Bridge meno metal ???).

Ottima apertura con i tempi medi di Wanna Feel You per poi accelerare con buoni pezzi come Inside, Hero o la psichedelica Supernova. Le atmosfere sono sempre cupe e la tensione delle ritmiche è sempre tesa ed ogni tanto le soluzione usate dai nostri sanno di già sentito.
Ci sono briciole tristi e melanconiche sparse lungo le frustate elettriche di Walls o la ritmica blues di Oh My Love. C’è il gusto per la melodia grazie anche alle spiccate doti vocali di Olli che dimostra un ottimo “range” in più di un brano.
Le nebbie dello stato di Washington si mescolano a quelli della brughiera inglese con brani come Madeline oppure Out Of The Rain che sanno di passato ma suonano fresche e frizzanti. Insomma un buon debutto per questo power trio inglese che manipola saggiamente il classic rock con gli impasti stranianti e lisergici dell’alternative rock di metà anni ’90.

© 2016 – 2017, Matteo Trevisini. All rights reserved.

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