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Recensione

83/100

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Richard Palmer-James – Takeaway – Recensione

26 Novembre 2016 Comment Iacopo Mezzano

genere: Classic Rock / Pop Rock
anno: 2016
etichetta: Cherry Red Records

Tracklist:

01. Aerodrome
02. A Very Bad Girl
03. Baker’s Dozen
04. Chances Passing
05. Dance for Me
06. Halfremembered Summer
07. Honest Jim
08. Highway Code
09. Doing Time
10. Guano Blues
11. Saving You from Drowning
12. So We Meet Again
13. Takeaway

Formazione:

Richard Palmer-James - voce, chitarre, mandolino
Evert Van Der Wal - batteria, percussioni, chitarre, cori, basso

Ospiti:

Alex Klier - basso
Theo Degler - piano
Friederike Sipp - voci

 

Componente fondatore dei Supertramp e songwriter per i King Crimson: è questo il background musicale del cantautore e polistrumentista inglese Richard Palmer-James, al debutto nell’ottobre 2016 con il suo primo album solista Takeaway, uscito per Cherry Red Records.

Dopo decenni di composizioni per altri muscisti, Richard ha deciso di interpretare per la prima volta a suo nome una raccolta di brani che sentiva (per differenti ragioni) solo e soltanto suoi, producendo un platter di rock classico a venature melodiche e progressive, semi-acustico, nel quale sfrutta l’aiuto fondamentale di alcuni amici e collaboratori conosciuti nella fertile scena musicale di Monaco di Baviera, la città in cui da anni risiede. L’artista veste così i panni dello storyteller e da vita a un album dal tratto intimo, molto silenzioso e rilassante, che si mostra perfetto per il sottofondo musicale di una serata invernale, e che ricorda nel sound e nell’approccio alcune delle ultime pubblicazioni di David Bowie (vedi a riguardo il sesto brano del disco, Halfremembered Summer). Le liriche, che si riferiscono a storie inventate ma anche ad esperienze di vita personali, appaiono in particolare molto ispirate e perfette per la timbrica vissuta e matura del cantante, mentre le parti strumentali si limitano qui all’accompagnamento e all’arricchimento delle trame vocali, e non si spingono mai troppo avanti nella (peraltro ottima) produzione.

Ecco allora che il vero fulcro di queste tredici canzoni è da ricercarsi nelle emozioni che sanno regalare durante il loro ascolto, prima ancora che nella loro prova tecnico-strumentale. L’opener Aerodrome ci racconta, tra delicate chitarre e una batteria ritmata, di una donna che vive la sua vita tra i voli dei suoi sogni e dei suoi ricordi, mentre la bluesy ed elettrica A Very Bad Girl della classica ragazza sexy e tentatrice, che ammalia uomini consci dei pericoli in cui potranno imbbatersi uscendo con lei. Baker’s Dozen è poi un delicato brano d’amore, Chances Passing un bel pezzo melodico sul tempo e le speranze, in un gioco di possibilità da cogliere nel giusto momento, e Dance For Me una canzone vicina alla folk music e al country, anni’60 nell’approccio musicale.

Ma il capolavoro del disco è la già citata Halfremembered Summer, una composizione silenziosa e intima, molto vicina allo stile di David Bowie, che nel suo magnifico testo risveglia ricordi e nostalgie passate. Grandiosa. Simile, ma più in stile cantautorale, è la storia in note di Honest Jim, seguita da una Highway Code notturna e ancora solitaria nel suo raccontarci le vicissitudini di una ragazza in cerca di se stessa, e di una sua dimensione in questo mondo. Differente è invece lo stile di Doing Time, che ci parla con velocità ed energia acustica della società di oggi, con il blues leggero di Guano Blues (che racconta di una donna amata che è partita in cerca di una nuova vita) ad aprire a un altro pezzo da novanta del platter, Saving You From Tomorrow, una traccia delicatissima e soffusa, di amore incondizionato. Chiudono infine l’opera una So We Meet Again allegra e ritmata, e la title track Takeaway, perfetto commiato scritto sotto forma di un caldo abbraccio di note, groove ed emozioni vocali.

IN CONCLUSIONE

Con le emozioni e i sentimenti in primo piano nella voce magnifica ed espressiva di Richard James-Palmer, Takeaway è un album semi-acustico e caldo di feeling, perfetto accompagnamento di una serata di relax invernale.

Un disco semplice ma allo stesso tempo ricercato e mai banale, che punta i riflettori su un genio della musica rock melodica e commerciale che ha finalmente intrapreso la carriera cantautorale, ponendo un altro tassello fondamentale della sua storia artistica. Amen.

© 2016 – 2017, Iacopo Mezzano. All rights reserved.

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