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Recensione

84/100

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Seven – Shattered – Recensione

25 Agosto 2016 21 Commenti Iacopo Mezzano

genere: AOR
anno: 2016
etichetta: Escape Music

Tracklist:

01. Light Of 1000 Eyes
02. A Better Life
03. Fight
04. Shattered
05. Live This Life
06. Pieces Of You
07. Broken Dream
08. High Hopes
09. I Needed Time
10. Taking Over
11. Last Illusion

Formazione:

Mick Devine: Vocals
Lars Chriss: Guitars, Drums
Andy Loos: Bass
Fredrik Bergh: Keyboards
Kay Backlund: Keyboards

 

Dopo lo splendido disco di debutto 7 (2014), tutti ci aspettavamo un ritorno discografico in grande stile dei Seven, gruppo AOR di provenienza inglese (di Bournemouth) ma per metà di origini sudafricane.

Proprio sulle ali del successo dell’esordio, il leader del progetto Mick Devine ha deciso di lavorare oggi a del nuovo materiale discografico, avvalendosi del supporto compositivo di Lars Chriss, Fredrik Bergh, Andy Loos, Kay Backlund e Jeff Paris. Così, se il precedente 7 era sostanzialmente una raccolta di materiale composto nei lontani anni’80, questo nuovo Shattered (in uscita il 23 settembre 2016 per Escape Music) vede i Seven all’opera su undici, riusciti, brani inediti che si ispirano ancora una volta all’operato di band come Foreigner, Journey, Survivor e compagnia bella.

Una collezione di canzoni catchy e di grande atmosfera, ricche di melodie memorabili ed ariose che sicuramente non passeranno inosservate dagli amanti del sound più retrò del genere rock melodico: ecco che cosa è questo Shattered! Un disco dove la vocalità di Devine si evidenzia ancora come la protagonista assoluta dell’opera e dove la timbrica particolare di questo cantante offre al disco una tonalità moderna che ben si sposa con questo sound vintage e con le liriche basate sull’attualità e sull’osservazione del mondo e sulla società che ci circondano. Notevole poi il talento di Lars Chriss alla produzione e agli strumenti, che permette all’album di godere di ottime basi musicali che intrecciano con grande fantasia chitarre dal riffing rock con un vario tappeto di tastiere e un drumming roboante e solido. Leggermente meno ispirato rispetto al debutto è invece il songwriting che, al di là di alcuni episodi davvero magistrali (di cui diremo tra poche righe), cala di almeno un punto percentuale la brillantezza dimostrata dal suo predecessore, pur risultando a conti fatti al di sopra della media generale delle uscite moderne.

Ecco allora che l’opener Light Of 1000 Eyes, pur risultando riuscita nelle atmosfere e negli arrangiamenti, non regge il botto di una Shoot To Kill che aveva sbalardito subito tutti al pronti-via del debutto. Meglio sicuramente una A Better Life più raffinata e in stile Lionville (notate qualche assonanza?) che si fonda solida sul grande groove ritmico e sui bei ingressi di tastiere, venendo comunque superata da Fight, vera prima hit del disco con il suo ritornello semplice ma da cantare a squarciagola al fianco del bravo Devine. Interessantissima anche la title track Shattered, una mid-tempo calda di feeling e sentimento che esplode verso l’alto in un refrain che sembra realmente rubato agli anni d’oro del genere AOR. Energica e con ottime chitarre, ma un po’ ripetitiva, è invece quella Live This Life che, con una Pieces Of You sottotono (addirittura scimmiotta il passaggio principale di un brano presente nell’esordio), soffoca un po’ il tratto centrale del platter.

Fortunatamente ci pensa la notturna Broken Dream a rilazare (e tanto!) il tiro del disco, con alcune atmosfere al neon che si evidenziano tra i top di questa release. Molto bene anche le tastiere e il ritmo di High Hopes, ma è dietro al titolo di I Needed Time che si nasconde la migliore canzone del lotto, per una composizione ancora una volta notturna e ottantiana che apre a un ritornello indimeticabile, semplicemente uno dei migliori ascoltabili in questo 2016. Non delude neppure il finale, con la bella Taking Over che anticipa la sensazionale Last Illusion, una traccia dal mood molto originale e dallo stile inedito, ricco di effetti, che sicuramente non mancherà di trovare i giusti apprezzamenti. Siglando un altro apice compositivo dell’album che nasconde e ci fa dimenticare quei (comunque pochi) cali di idee che hanno reso un po’ più sofferto l’ascolto del platter nel suo tratto centrale.

IN CONCLUSIONE

I Seven si riconfermano in grande spolvero anche con il loro secondo album Shattered, varando di fatto la prima raccolta di brani inediti dai lontani anni della loro fondazione. Certo, il debutto omonimo del 2014 forse aveva un sapore diverso e un’emozione più viva al suo interno, ma è impossibile definirsi delusi da questa nuova pubblicazione che ci fa rivivere ancora i fasti indimenticati dei mitici ’80s.

Amanti del suono vintage del rock melodico, non fatevi sfuggire una pubblicazione che certamente risalterà tra le classifiche di preferenze del 2016. Se vi è piaciuto il debutto, procedente tranquilli con l’acquisto a scatola chiusa!

© 2016, Iacopo Mezzano. All rights reserved.

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