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7HY Seven Hard Years – No Place In Heaven – Recensione

11 Agosto 2014 2 Commenti Lorenzo Pietra

genere: Melodic Rock
anno: 2014
etichetta: Lynchburg Records

Tracklist:

1. Angels Fly
2. Hold Me Now
3. Live Without You
4. You Lie
5. No More Yesterdays
6. Never Meant To Hurt You
7. Call Me Tonight
8. No Place In Heaven
9. Say What You Gotta Say
10. Say Those Lies
11. Show Some Emotion
12. You Are The One

Formazione:

Alan Kelly - Batteria
Shawn Pelata - Voce
Dave Martin - Chitarra
Martin Walls - Chitarra
Roy Davis - Basso

 

7HY: un moniker che significa Seven Hard Years, ma che cela un piccolo segreto…basta infatti mettere al posto del “7” la lettera “S” ed ecco il risultato: SHY. Proprio il gruppo a cui tutti pensiamo e dove Alan Kelly è stato storico batterista. Proprio Kelly infatti si presenta come polistrumentista, lasciando la voce a Shawn Pelata, gli assoli di chitarra a Dave Martin e il basso a diversi ospiti tra cui proprio l’ex compagno agli Shy Roy Davis. Anche il songwriting è tutto merito di Alan Kelly e il lavoro di per se non è male anche se troveremo alti e bassi.

Si parte con l’hard metal di Angels Fly, potente e con chitarre effettate dove però i suoni in generale non convincono…Hold Me Now e Live Without You hanno un sound moderno, una buona linea melodica ma non lasciano il segno risultando troppo anonime. You Lie e No More Yesterdays hanno ancora un sound moderno anche se più cattivo, ma ancora una volta il songwriting non convince, peccato … Su Never Meant To Hurt You si cambia registro; pianoforte e voce accompagnano una song dolcissima e ben riuscita che ricorda molto lo stile dei Beatles! Call Me Tonight è una power ballad che col suo lento incedere e la sua chitarra ritmica in primo piano, sfocia in un buon refrain con cori ben fatti. La title track No Place In Heaven ci riporta,finalmente, indietro nel tempo; un AoR con tastiere e un bellissimo ritornello, da ascoltare. Il disco è finalmente sul binario giusto è l’intro di basso di Say What You Gonna Say conferma quanto detto con una song un po’ alla Boulevard, con un AoR semplice ma di gran classe. Say Those Lies parte ancora con un giro di basso e una chitarra melodica; una canzone che ricorda i vecchi Shy con i suoi cori e il sound ottantiano. Show Some Emotion è la canzone più particolare del lotto: un basso cupo, un AoR degno dei FM, per poi sprigionare una chitarra potente e melodica con le tastiere a fare da tappeto. Bellissima! Si chiude con la mid-tempo You Are The One dove ritroviamo soluzioni più moderne con i suoi effetti iniziali e dove la song non decolla, peccato, bruttissimo finale.

IN CONCLUSIONE:

Un album con troppi alti e bassi, un inizio decisamente anonimo per arrivare ad una seconda parte del disco spettacolare per poi chiudere molto male. Personalmente penso che un arrangiamento diverso e un songwriting più fresco avrebbero giovato e non poco all’album.

© 2014 – 2016, Lorenzo Pietra. All rights reserved.

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