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Recensione

95/100

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Mike Tramp – Museum – Recensione

29 Luglio 2014 12 Commenti Iacopo Mezzano

genere: Rock
anno: 2014
etichetta: Target Records

Tracklist:

01 Trust In Yourself
02 New World Coming
03 Down South
04 Better
05 Freedom
06 Commitment
07 And You Were Gone
08 Slave
09 Mother
10 Time For Me To Go

Formazione:

Mike Tramp – Guitars / Vocals

 

Dopo i consensi unanimi ricevuti con Cobblestone Street (2013), Mike Tramp, ex voce degli storici White Lion, prosegue la sua avventura acustica con Museum, il suo nuovo album solista in uscita per Target Records il 18 agosto.

Nuovamente, l’ascoltatore si trova immerso in un disco semi-acustico ed essenziale nei suoi arrangiamenti, che ripropone l’ottimo lavoro di mix & mastering di Søren Andersen, e che torna a guardare nel bagaglio di influenze musicali dell’artista danese, mettendo in primo piano le sue emozioni, i suoi pensieri, la sua persona. Nelle parole dello stesso Tramp: “Museum non è un lavoro che devo terminare per andare avanti, ma un’altra pagina del mio diario. Il mio dolore e la mia rabbia, il mio amore e la mia gioia, sono qui perchè tutti possano darci uno sguardo. Non c’è finzione o trucco nel mio ‘Museo’, ma tanta verità, cuore ed anima.”

Leggermente più solare e meno cupo e nostalgico del predecessore, questo platter entra nel cuore dell’ascoltatore grazie alla solita grande voce di Tramp, carismatica e densa di feeling. Accompagnato dalla sua sola chitarra acustica, e da qualche base soffusa in sottofondo, Mike si dedica con vera passione alla composizione di testi profondi e sinceri, che fanno riflettere e talvolta persino commuovere il fan. Sono letteralmente sensazionali, in questo senso, canzoni dense di speranza come la colorata New World Coming, o come l’emozionante Better, con il polveroso blues rock di Down South a farla da padrone nella parte iniziale dell’album. E mentre l’opener Trust In Yourself pare l’esatta continuazione di Cobblestone Street, il ritmo più baldanzoso di Freedom ci trasporta verso nuovi panorami, spingendoci a nuove riflessioni con l’intima Commitment.

Particolare poi la base che sostiene And You Were Gone, che spinge il pezzo verso un ritornello arioso, ma particolarmente triste. E’ questa sicuramente un’altra grande canzone, al pari di Slave, traccia energica e rafforzata da uno dei pochi suoni elettrici di chitarra presenti sul disco. Chiudono questo nuovo capitolo discografico della vita di Mike Tramp la sincera e nostalgica Mother, e Time For Me To Go, un grande commiato dal gusto folk, apoteosi del genio indiscusso di questo unico artista danese.

IN CONCLUSIONE

Museum appare a tutti gli effetti come la perfetta continuazione del viaggio magnifico intrapreso da Mike Tramp con la pubblicazione di Cobblestone Street. E’ una nuova avventura che non stanca, e che colpisce. Siamo infatti al cospetto di un prodotto in grado di farci pensare, riflettere, bruciare di passione dentro, calamitati all’interno di un album vero e puro come il suo autore.

Le porte sono aperte: sta a voi decidere se entrare o meno all’interno di un museo ricco di pezzi pregiati. E di emozioni.

© 2014 – 2018, Iacopo Mezzano. All rights reserved.

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