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Recensione Classico

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Classico

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Bad Company – Here Comes Trouble – Classico

25 Giugno 2014 10 Commenti Matteo Alidori

genere: Melodic Rock / AOR
anno: 1992
etichetta: atco
ristampe:

Tracklist:

01. How About That
02. Stranger Than Fiction
03. Here Comes Trouble
04. This Could Be the One
05. Both Feet in the Water
06. Take This Town
07. What About You
08. Little Angel
09. Hold on to My Heart
10. Brokenhearted
11. My Only One

Formazione:

BRIAN HOWE - voce
MICK RALPHS - chitarre
RICK WILLS - basso
SIMON KIRKE - batteria

 

I Bad Company, gruppo inglese di hard rock con varie influenze nel loro percorso sonoro. Capitanati da un certo Paul Rodgers in un primo periodo di carriera (fondatore assieme al batterista Simon Kirke nel lontano 1974 dalle ceneri dei FREE) e poi da Brian Howe.
Ad oggi il gruppo inglese in questione ci ha regalato la bellezza di diciotto album (alcuni dei quali menzionati fra i più celebri nel panorama rock).
Dal grande esordio , ai celebri DESOLATION ANGELS, STRAIGHT SHOOTER fino ai più recenti DANGEROUS AGE, HOLY WATER e HERE COMES TROUBLE.
Ho deciso di soffermarmi su quest’ultimo in quanto lo ritengo più vicino alle sonorità AOR.
E’ il 1992, anno che sancisce (ahimè) l’ascesa del grunge from seattle e la fine di molte bands del nostro panorama. In questo anno esce HERE COMES TROUBLE che, segue l’ottimo HOLY WATER. Per la terza volta consecutiva prodotto da un certo Terry Thomas (GIANT e FOREIGNER) .

Il disco in questione ci regala 52 minuti e 44 secondi di ottima musica, destinato a tutti quei rockers dal cuore tenero. Spiccano le qualità vocali di Howe gli ottimi arrangiamenti e il lavoro del guitarman Mick Ralphs, sempre prodigo in ogni sua esibizione. Così dopo una piacevole apertura con HOW ABOUT THAT ci si immerge in una travolgente STRANGER THAN FICTION dal ritornello possente ed immediato che farà sorridere i più scettici di fronte al nuovo sound dei BC. Ottimo assolo di Ralphs nella ballad WHAT ABOUT YOUche assieme a THIS COULD BE THE ONE e alla conclusiva MY ONLY ONE sancisce il momento più sdolcinato del platter.
Altro buon motivo per acquistare questo album è la traccia numero 8; ovvero LITTLE ANGEL. Brano con tempi roccheggianti, cadenzato dall’ottima timbrica di Howe che va sempre più in crescendo per poi finire in un delizioso ritornello.
Segue una ballad dal gran gusto HOLD ON TO MY HEART, partenza in sordina ed esplosione in un accattivante chorus.

IN CONCLUSIONE

In definitiva, se siete amanti del rock e volete conoscere meglio i BAD COMPANY del secondo periodo, non può mancarvi questo disco.

 

 

© 2014 – 2022, Matteo Alidori. All rights reserved.

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