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Recensione

70/100

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David Reece – Compromise – recensione

12 Novembre 2013 5 Commenti Denis Abello

genere: Melodic Hard Rock
anno: 2013
etichetta: AOR Heaven

Tracklist:

01. Disaster
02. End Of It All *
03. Fortunate Son *
04. Someone Beautiful *
05. Along For The Ride
06. Coast To Coast
07. All Roads Lead To War
08. Where My Heart Belongs *
09. Everything To Everyone *
10. Evil Never Dies
11. Treasure Hunter *

* migliori canzoni

Formazione:

David Reece - voce
Ronnie Parkes - basso
Jack Frost - chitarre
Kelly Peterson - chitarre
Paul Morris - tastiere

Ospiti:

Andy Susemihl & Christian Tolle - chitarra

 

Annovero David Reece tra le voci più belle che navigano nelle acque burrascose dell’hard rock melodico con quella sua intonazione sfrontata al limite dell’incazzato ma con quel suo tocco blues in grado di rendere emozionante e ricche di fascino anche le ballads più scontate.
Dopo anni di oblio da quell’ormai lontano periodo tra l’89 ed il 92 che lo vede con gli Accept prima e soprattutto nello splendido On Target firmato Bangalore Choir poi passeranno parecchi anni prima di risentire la voce di David “come Dio comanda”. Un salto temporale che ci porta fino al 2008 con l’uscita di Another World dei Gypsy Rose e nel 2009 con il primo solista intitolato Universal Language. E’ storia recente quindi la sua “seconda ripartenza professionale” che lo vedrà poi incidere due nuovi capitoli con i Bagalore Choir (Cadence – 2010 e Metaphor – 2012), un album in collaborazione con l’amico Martin Kronlund (Reece Kronlund, Solid – 2011) e ancora nel terzo lavoro firmato Tango Down (Identity Crisis – 2012).
Fine del viaggio temporale e arriviamo ad oggi con questo Compromise, secondo passo solista della voce Americana!

Con i primi tre pezzi Disaster, End Of It All e Fortunate Son ci viene scaricato addosso un intero caricatore di proiettili hard rock. Potenza, grinta e cattiveria con per il sottoscritto il primo pezzo Disaster leggermente al di sotto dei più riusciti End Of It All e Fortunate Son.
Sopra parlavamo di ballate scontate rese uniche dalla voce di David, e se ci trovassimo tra le mani una ballata non così scontata? Pezzo scritto dai fratelli Tom e James Martin (Vega) ed il loro tocco si vede, o meglio si sente, il tutto unito a quel tocco blues della voce di Reece di cui parlavamo sempre sopra e ci ritroviamo sicuramente con uno dei pezzi più belli e riusciti di tutto il lotto!
Da qui in avanti si inizia però a notare un calo compositivo con un’altra tripletta hard rock (Along For The Ride, Coast To Coast, All Roads Lead To War) che non regge il confronto con i tre pezzi in apertura.
Si rialza l’asticella con Where My Heart Belongs, uno dei pezzi più melodici di questo Compromise e con il secondo lento Everything To Everyone, meno emozionate di Someone Beautiful ma altrettanto riuscito. Evil Never Dies è il più roccioso ma scorre indifferente fino ad arrivare alla conclusiva e degna di nota Treasure Hunter soprattutto perchè all’hard rock vocale di David si aggiunge un lavoro di chitarre efficace e di notevole spessore.

IN CONCLUSIONE

Un buon lavoro che risente di un certo calo di tensione nella sezione intermedia ma che per il resto si dimostra più che valido. Punto di forza l’ottima prova vocale di David Reece ma c’è da dire che anche la band a supporto se la cava veramente bene riuscendo a regalare pure e forti emozioni Hard Rock.
Bello il pezzo concepito dai fratelli Martin che da a Reece la possibilità di provare che la sua voce non è solo pura potenza ma anche emozione e dolcezza. Tirando le somme un disco che si attesta ad un buon livello senza svettare però in cima alla classifica. Se siete alla ricerca di un buon album Hard Rock melodico con una voce sorprendente fatelo comunque vostro senza troppi indugi!

© 2013 – 2018, Denis Abello. All rights reserved.

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