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Recensione

80/100

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Kingdragon – Hide the Sun – Recensione

24 Ottobre 2013 3 Commenti Iacopo Mezzano

genere: Melodic Hard Rock
anno: 2013
etichetta: Retrospect Records

Tracklist:

1. Last Time
2. Burn It Down
3. Hide The Sun
4. Shout Very Loud
5. Only Winter
6. Victim Of Love
7. Asian Star
8. Living For Tomorrow
9. Judgement Day
10. Dreams Are Broken
11. Man Of Yesterday
12. Live For Rock

Formazione:

George Aspiotis – Vocals / Keyboards
Anastasis F. - Guitars
Mark Kontopidis - Drums
Andrew Roumeliotis - Bass

 

Con la Grecia che sta diventando giorno dopo giorno sempre più fertile culla di realtà melodic rock, i Kingdragon arrrivano, stupendo, sul mercato con il loro disco di debutto Hide the Sun, pubblicato in questo 2013 dalla Retrospect Records.

Presentandosi fin dalla prime battute come una band piuttosto coesa e avviata (ricordiamo che la fondazione del progetto risale comunque al 2006) grazie soprattutto a un sound che mano a mano si rivelerà sempre più solido e roccioso, questi quattro musicisti si dedicano a un hard rock melodico dal mood antico, settantiano e ancor più ottantiano, che riesce ad avere strutture e battute in comune con tantissime realtà storiche del genere, in primis Dokken, Bon Jovi, Whitesnake, Kiss, House of Lords e Def leppard, formazioni delle quali appaiono fortemente debitori. Non mancano però tonalità epiche alla Magnum o alla Ten, e un approccio metallico talvolta simile ai progressivi Evergrey, con la voce del cantante George Aspiotis che peraltro tende a ricordare nella timbrica proprio quella dello svedese Tom S. Eglund.
Insomma, ci troviamo qui di fronte a un hard rock dai toni curati e ricercati, forse talvolta un pelino indebolito da una produzione non eccezionale e poco bombastica, ma superlativo per coralità e songwriting. Molto positiva inoltre la prova dei singoli componenti, tutti sugli scudi ai rispettivi strumenti, con lode particolare per la varietà del riffing del chitarrista Anastasis F..

Concludendo come d’uso con una breve analisi dei brani, ci piace nominare la bella opener stile Ten/Dokken Last Time, assieme alla seguente Burn It Down che mette ben in risalto tastiere molto ottantiane, al pari della title track Hide the Sun. Eccezionale poi la ballatona alla Whitesnake/Def Leppard Only Winter, preziosissimo il riffing blues di Victim of Love, bello l’appeal emotivo di Living for Tomorrow. Infine, ancora sugli scudi l’altra ballata Dreams Are Broken, concludendo con una Live For Rock possente ed adrenalinica, compatta ed atomica di prestanza rock.

IN CONCLUSIONE

Hide the Sun appare dunque come una piacevole rivelazione per questo 2013, anno fertile in campo musicale. Diversamente da altre realtà loro conterranee e contemporanee, i Kingdragon paiono riuscire meglio e in modo più determinato e solido, presentandosi già piuttosto adeguati per il mercato internazionale. Siamo perciò certi che questo album non mancherà di convincere gli appassionati, risvegliando in essi le belle nostalgie degli anni passati.

© 2013 – 2016, Iacopo Mezzano. All rights reserved.

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