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Burning Rain – Epic Obsession – Recensione

07 Giugno 2013 20 Commenti Lorenzo Pietra

genere: Hard Rock
anno: 2013
etichetta: Frontiers Records

Tracklist:

01. Sweet Little Baby Thing
02. The Cure
03. Till You Die
04. Heaven Gets Me By
05. Pray Out Loud
06. Our Time Is Gonna Come
07. Too Hard To Break
08. My Lust Your Fate
09. Made For Your Heart
10. Ride The Monkey
11. Out In The Cold Again
12. When Can I Believe In Love
13. Kashmir (Bonus Track)
14. Heaven Gets Me By (acoustic) (Bonus Track)

Formazione:

Doug Aldrich - Chitarra
Keith St. John - Voce
Sean McNabb - Basso
Mat Starr - Batteria

 

Terzo studio album per i Burning Rain, guidati dall’instacabile Doug Aldrich, che nonostante l’estenuante lavoro alla chitarra degli Whitesnake, riesce a trovare spazio per registrare e incidere questo nuovo Epic Obsession. Con due ottimi album all’attivo,l’omonimo Burning Rain del 1999 e Pleasure To Burn del 2000, il nuovo full lenght si presenta col suo hard rock classico, potente, melodico e ritrova alla voce Keith St.John, al basso Sean McNabb(Dokken, Quiet Riot)e alla batteria Mat Starr(Ace Frehley Band). Proprio i Whitesnake sono alla base del sound dei quattro americani e tutto l’album non discosta da questo stile. Rimane il fatto che se siete fan dell’hard rock grezzo, a tratti blueseggiante, ma con un tocco di class-metal questo cd darà senza dubbio un'”Ossessione Epica”!

I brani sono tutti di alto livello e canzoni come l’iniziale Sweet Little Baby Thing e la successiva The Cure sono un biglietto da visita invidiabile, con il loro hard rock veloce, roccioso e grintoso. Till You Die e Ride The Monkey strizzano l’occhio allo sleazy più metal e il primo singolo My Lust Your Fate è l’esempio di come si scrive una canzone di hard rock melodico. Non mancano i momenti più dolci con Heaven Gets Me By, che si discosta dalla classica ballad e grazie alle sue chitarre acustiche rallenta il ritmo delle prime tracce. Ancora brani veloci e riffati come Pray Out Loud e Out In The Cold Again che risultano convincenti e colpiscono con la loro classe, fino ad arrivare alla quasi epica Our Time Is Gonna Come, dove la band rimanda il suono a gruppi come Kingdom Come. Made For Your Heart è la canzone più debole e scontata del lotto mentre l’ultima traccia, la ballad When I Can Believe In Love cade un po’ nel banale, ma rimane una buona traccia anche se personalmente la trovo poco adatta alla chiusura dell’ album. Tocca ora alle due bonus track: la prima, Kashmir, naturalmente cover degli Zeppelin è superflua in confronto all’album, mentre Heaven Gets Me By viene riproposta in versione totalmente acustica e, devo dire, guadagna non poco dalla traccia originale.

IN CONCLUSIONE:

Per gli amanti del Whitesnake-sound con un tocco di anni 70 e per gli adoratori della chitarra di Doug Aldrich, Epic Obsession è un acquisto obbligato. Un album suonato con classe e mestiere che sprigiona energia pura.

© 2013 – 2017, Lorenzo Pietra. All rights reserved.

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