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Laneslide – Flying High – Recensione

30 Marzo 2013 10 Commenti Iacopo Mezzano

genere: Melodic Hard Rock
anno: 2013
etichetta: Avenue of Allies

Tracklist:

01. Flying High
02. Hangin’ Out Here *
03. You Can Make It *
04. River Of Love *
05. Dancing Girls
06. Understand *
07. Self Control *
08. Look The Other Way
09. Your Fight
10. Washed Away *

Formazione:

Frank Vestry - Lead Vocals
Bruno Kraler - Lead & Rhythm Guitars
John Billings - Bass
Alessandro Del Vecchio - Keyboards & Grand Piano
Dominik Hülshorst - Drums

Ospiti:

Lino Gonzales - Lead & Rhythm Guitars
Bobby Altvater - Rhythm Guitars, Backing Vocals
Erik Mårtensson - Backing Vocals
Michael Bormann - Backing Vocals

 

C’era una volta, negli anni settanta/ottanta della nostra musica, il rock melodico sanguigno, caldo e classico, fatto di chitarre urlanti e bassi pompanti, e di tanto carattere. Un genere che, all’interno dell’interessantisismo revival odierno, si è forse un po’ perso, preferendone la sua versione più cristallina, forse meno ammiccante, e moderna.

Per sopperire a questa mancanza sorge oggi un nuovo talento, il progetto internazionale Laneslide, nato dalla mente del chitarrista/cantante/compositore/produttore italiano Bruno Kraler (Brunorock) e composto da una super formazione che vede Frank Vestry alla voce, John Billings al basso, Alessandro Del Vecchio alle tastiere e Dominik Hülshorst alla batteria, oltre a illustri ospiti. Un nuovo gruppo che il 12 aprile uscirà sul mercato via Avenue of Allies con il suo debutto Flying High, che analizzeremo ora per voi in una succulenta anteprima.

Flying High sopperisce a quel buco, a quello spazio orfano della scena odierna, innanzitutto per mezzo dei suoi suoni e della sua produzione, curata dallo stesso Kraler (con mastering di Christoph Stickel), che ci immerge in un atmosfera bollente, dove le note una dopo l’altra acquistano un certo peso specifico che mano a mano compone ogni singolo mattone che costruisce il muro portante di questo disco. Ogni strumento appare perfettamente udibile, registrato al massimo del suo splendore e inserito con grazia all’interno dell’insieme, in un lavoro di massima cura e di elite audiofila. Il songwriting poi, opera principalmente del palmo di Kraler e di Del Vecchio, ci sorprende non solo per la sua qualità ma anche e soprattutto per la sua capacità di rispolverare quanto fatto dai grandi del passato senza mai cadere nella mera imitazione. C’è uno stile Laneslide sempre in primo piano, un approccio differente che fa da marchio di fabbrica di questo progetto e che rende ognuno dei 10 brani qui contenuti un’emozione unica e differente, ma coerente con lo spirito generale dell’opera. Ci sono momenti più rock classico, altri più melodici o aggressivi, c’è coralità e persino virtuosismo, ma è l’unità di fondo a lanciare l’album alla vetta, e non solo il suo stile o le sue melodie.

Aggiungo inoltre, prima di passare a analizzare i singoli brani, che l’unione Kraler-Del Vecchio, che già avevamo misurato al suo apice in War Manicas di Brunorock, è vera manna per gli orecchi degli ascoltatori, ma anche e soprattutto per i due stessi musicisti. L’unione fa la forza, siamo qui di fronte a una delle loro migliori prestazioni in assoluto, con entrambi gli autori sugli scudi sia nella composizione che nella prova agli strumenti: ascoltare per credere. E dico questro senza nulla togliere a quanto di ottimo fornito al disco dagli altri musicisti, ma l’ossatura di Flying High è loro, e gli va assolutamente riconosciuto il merito.

La title track Flying High fa da coraggioso apripista all’album, presentando subito un sound maschio alla chitarra, un tappeto di tastiere mozzafiato, grandi cori, ma soprattutto una grande prova alla voce di Frank Vestry, che attraverso le sue notevoli doti canore riesce a elevarsi a perfetto interprete di questa musica, risultando scelta perfetta per questo disco. Hangin’ Out Here è un gioiellino non da poco, una canzone dotata di un appeal pazzesco che letteralmente incolla l’orecchio dell’ascoltatore alle sue note, facendolo viaggiare di stile tra le sue ammiccanti melodie e i suoi avvolgenti cori. E You Can Make It non è affatto da meno, e le sue tastiere in avvio (poi onnipresenti lungo tutta la sua durata) si abbinano perfettamente al riffing di chitarre e a un basso e una batteira bombastiche, dimostrando al massimo del suo splendore quanto detto prima riguardo all’efficienza della coppia Del Vecchio-Kraler.

Si torna indietro di decenni e decenni con la River Of Love di Del Vecchio, pezzo da lode e bacio accademico per spirito classico e calore emozionale. Rainbow, Deep Purple, Uriah Heep, Led Zeppelin, c’è un po’ di tutti loro ma anche un po’ di nessuno, perchè il marchio italiano è sempre li, solido e feroce, a graffiarci con i suoi artigli. Via poi in scioltezza con Dancing Girls, singolo perfetto, grande canzone da party, ricca di effetti, di un ritmo e di un groove inebriante (grande la prova bombastica della sezione ritmica Hülshorst – Billings) e dei soliti cori maiuscoli. E tra un bell’hammond e un’intenso riffing Understand esplode al cielo con la sua melodia da brividi, con Vestry al suo apice su questo disco per prova interpretativa, perfetto in ogni sua singola parte.

La seconda metà dell’album si rafforza ancora dell’ottima cover del brano Self Control (reso celebre da Laura Branigan nell’84), davvero divertente e ballabile anche in questa sua nuova versione più rock, ed è importante anche la resa della forse atipica Look The Other Way, una canzone ricca di differenti momenti accomunati poi dalla stessa e unica potente emozione rock melodica che divampa come un fuoco sul refrain. E si chiude con gli ultimi due brani. Your Fight è un ritmato e potente inno hard rock melodico, forte sempre di tastiere in primo piano, grandi chitarre e eccezionali cori e vocalità, mentre e Washed Away una straordinaria ballad tutta emozioni e cuore nella mano, nella quale un unico brivido ci accompagnerà lungo i suoi 5 minuti e mezzo di durata, in un perfetto commiato a questo super prodotto internazionale, ma di solida radice italiana.

IN CONCLUSIONE

Ascoltare l’esordio dei Laneslide è come viaggiare su di una macchina del tempo fino agli anni d’oro del nostro genere. Flying High è un disco di puro hard rock bombastico, caldo e melodico, 100% radio-oriented, dalle chitarre urlanti, dalla tastiera in primo piano e dall’eccezionale coralità. La prestazione della band tutta, e in primis quella di Vestry e del duo Kraler-Del Vecchio, resterà negli annali della storia moderna del rock melodico. Un album classico fino al midollo, che non vi deluderà!

© 2013 – 2018, Iacopo Mezzano. All rights reserved.

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