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Crashdiet – The Savage Playground – Recensione

13 Gennaio 2013 9 Commenti Lorenzo Pietra

genere: Sleaze Rock
anno: 2013
etichetta: Frontiers Music

Tracklist:

01. Change The World *
02. Cocaine Cowboys *
03. Anarchy *
04. California
05. Lickin' Dog *
06. Circus *
07. Sin City
08. Got A Reason
09. Drinkin' Without You
10. Snakes In Paradise
11. Damaged Kid
12. Excited
13. Garden Of Babylon *

* migliori canzoni

Formazione:

Simon Cruz - voce
Martin Sweet - chitarra
Peter London - basso
Eric Young - batteria

 

Quarto disco per i Crashdiet, che dopo il grande successo del debut album Rest In Sleaze (2005) si trovarono di fronte all’improvvisa scomparsa del cantante e compositore Dave Lepard. Nonostante il brutto colpo registrarono The Unattractive Revolution(2007) con H.Olliver Twisted alla voce, ma dopo la dipartita di quest’ultimo a favore dei Reckless Love, trovarono definitivamente la voce dell’ottimo Simon Cruz, con cui pubblicarono Generation Wild (2010) e quest’ultimo The Savage Playground in uscita per la nostrana Frontiers Records.

L’album ha il classico tiro del glam ottantiano con diversi spunti moderni di hard rock e metal ma, a mio avviso, ha bisogno di qualche ascolto supplementare per essere assimilato e goduto al massimo. Il lavoro è di alto livello sia compositivo che musicale e canzoni come la traccia d’apertura Change The World evocano nelle prime parti ricordi dei primi Skid Row(sentite la melodia del primo verso!) mentre il ritornello spinge sull’acceleratore sprigionando energia pura. L’ Hard rock del primo singolo Cocaine Cowboys, coinvolgente, con un intro western e un grande assolo risulta più moderna ma di grande effetto. La potente Anarchy col suo refrain trascinante e il sound massiccio ci farà cantare a squarciagola mentre con California ci troviamo di fronte al primo passo falso, l’intro e il riff sono promettenti, ma la canzone si perde in un ritornello noioso e diventa terribilmente piatta. Lickin’ Dog ritorna su binari sleaze/rock e le chitarre tornano a farla da padrone, ottima traccia. Circus ha l’anima dei Motley Crue, un ritornello da manuale e un assolo finalmente degno dei Crashdiet! Sin City parla ancora lo sleaze rock ottantiano, basso pulsante in primo piano e chitarre che macinano riff. Got A Reason con l’intro di chitarra melodico rallenta i ritmi, un mid tempo senza pretese, ma che rimane un bel intermezzo. Drinkin’ With You ha il “Generation Wild sound” nel dna, rock veloce, diretto e melodico al punto giusto. Snakes In Paradise ha un riff massiccio e cattivo, un refrain semplice ma di grande effetto e un assolo che lascia il segno. Canzone fuori dagli schemi, soprattutto nel cantato, che dividerà il giudizio dei fan… Damaged Kid è lo sleaze metal moderno per eccellenza e non serve aggiungere altro mentre Excited potremmo definirla una power ballad (molto power!), con un ritornello stupendo. Si chiude con gli oltre 7 minuti di Garden Of Babylon, dove i Crashdiet evocano un sound orientaleggiante con un rock-metal trascinante e potente.

IN CONCLUSIONE: 

I Crashdiet sfornano un album di base sleaze rock con canzoni di alto livello che rievocano i tempi del superbo Rest In Sleaze, alternandoli a novità sonore che non sempre riescono a lasciare il segno.

© 2013 – 2018, Lorenzo Pietra. All rights reserved.

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