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Issa – Can’t Stop – Recensione

05 Novembre 2012 19 Commenti Lorenzo Pietra

genere: Melodic Rock
anno: 2012
etichetta: Frontiers Music

Tracklist:

1) Can’t Stop *
2) Power Over Me *
3) Wherever I Run
4) Just A Wish *
5) If You Ever Fall
6) Do You Ever Think Of Me *
7) Dream On
8) Stranded *
9) Heat Of The Night
10)I Won’t Surrender
11)State Of Love
12)These Eyes

* migliori canzoni

Formazione:

Isabell Oversveen – Voce
Alessandro Del Vecchio – Tastiere
Mario Percudani – Chitarre
Anna Portalupi – Basso
Alessandro Mori - Batteria

 

Terza uscita per la biondissima Issa (all’anagrafe Isabell Oversveen) che dopo il buon esordio con “Sign Of Angels” (2010) e il secondo “The Storm” (2011) ci delizia con questo Can’t Stop, un album di sole cover di artisti aor forse troppo sottovalutati, tra cui troviamo Atlantic, Tower City, 21 Guns, Worrall fino ad arrivare ai grandi Mark Free e Boulevard. Bisogna dire che gli album di cover sono sempre un’arma a doppio taglio; da un lato hai la sicurezza di belle canzoni conosciute, dall’altro il rischio di non riuscire a rendergli giustizia con nuove produzioni che molte volte stravolgono troppo l’originale risultando noiose…

Prodotto per la nostrana Frontiers Records dall’inarrestabile Alessandro Del Vecchio e circondato come sempre dai fidi Mario Percudani alla chitarra, Anna Portalupi al basso e Alessandro Mori alla batteria, Issa ci propone un album con sfumature AoR e inserti Pop-Rock, sempre di facile ascolto e con gemme di AoR che solo i grandi fan di questo genere riusciranno a conoscere tutte. Da segnalare positivamente la title-track Can’t Stop, dal repertorio degli Aviator, trascinante e ben prodotta che scivola verso la superba Power Over Me, da “1994” degli Atlantic con il basso in primo piano a tenere il ritmo e ottimamente interpretata. Wherever I Run dei Regatta (anche se l’originale era Wherever You Run) risulta un po’ troppo piatta e più pop, abbassando il livello dell’album. La prima ballad, Just A Wish,proviene dal repertorio dei 21 Guns ed è una delle migliori songs, ben interpretata da Issa,con un chitarra coinvolgente e un pianoforte sempre presente. Terreni più pop oriented su If You Ever Fall (Mark Mangold) che scorre senza infamia ne lode mentre il basso pulsante e il superbo lavoro di Mario Percudani alle chitarre ritmiche di Do You Ever Think Of Me (Unruly Child) ci portano direttamente a Dream On dei Boulevard, dove Alessandro Del Vecchio prende in mano la situazione con tastiere in evidenza e una produzione ottima. Stranded dei Tangier, parte con due chitarre acustiche che sembrano parlare per poi sfociare in un lento dolce ma anche forte e deciso con ancora le tastiere in primo piano. Si ritorna a parlare AoR con Heat Of The Night (Worrall) con una chitarra riffata e potente a dettare il ritmo e la solita grande prova di Issa al microfono. I Won’t Surrender dei Tower City ha un refrain coinvolgente e un assolo potente, cosa che non possiamo dire del resto del brano…State Of Love del grande Mark Free ha un sound rock-melodico tipico degli eightes con un tappeto di tastiere sempre presente mentre la conclusiva These Eyes (ancora dei 21 Guns) col suo intro orientaleggiante che sfocia in un classico rock, non riesce a lasciare il segno risultando anonima.

IN CONCLUSIONE:

Can’t Stop è un buon lavoro ben prodotto e ben suonato. Un album che ci farà riscoprire gemme nascoste in una nuova veste. Se vi è piaciuta Issa nei precedenti album, compratelo ad occhi chiusi.

© 2012 – 2018, Lorenzo Pietra. All rights reserved.

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