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Recensione

85/100

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Magnum – On The 13th Day – Recensione

26 Settembre 2012 5 Commenti Iacopo Mezzano

genere: Melodic Rock / Pomp Rock
anno: 2012
etichetta: SPV / Steamhammer

Tracklist:

01. All The Dreamers
02. Blood Red Laughter
03. Didn’t Like You Anyway
04. On The 13th Day
05. So Let It Rain
06. Dance Of The Black Tattoo
07. Shadow Town
08. Putting Things In Place
09. Broken Promises
10. See How They Fall
11. From Within

Formazione:

Bob Catley — Voce
Tony Clarkin — Chitarre
Al Barrow — Basso
Mark Stanway — Tastiere
Harry James — Batteria

 

A due anni dal bel The Visitation (2010), gli inarrestabili paladini del rock melodico inglese Magnum hanno dato alle stampe il sedicesimo album in studio della loro gloriosa carriera, intitolato On The 13th Day e pubblicato il 24 settembre dalla label tedesca SPV/Steamhammer.

La domanda con cui mi preme fare da esordio a questa recensione è: ma come diavolo fanno i Magnum ad essere sempre così ispirati, originali e in forma dopo una così lunga carriera? Davvero è inspiegabile, ci deve essere del soprannaturale dietro. On the 13th Day infatti, e lo dico subito, è a tutti gli effetti un altro pezzo da 90 della loro discografia e, anzi!, sotto diversi aspetti lo nominerei come uno dei loro migliori prodotti in assoluto dalla reunion in poi. Anche perchè questo disco riesce a riportarci con estremo gusto indietro di diversi anni, e in molti suoi passaggi tende a ricordarmi un album storico e a cui sono affezionatisismo come On A Storyteller’s Night (1985). Lo stile è poi sempre quello, quel rock melodico epico e dalle atmosfere magiche e solenni, che alterna passaggi più hard rock con altri in puro stile radio orineted, e che è divenuto fin da subito inconfondibile marchio di fabbrica di questa realtà musicale. Inconfondibile e inimitabile aggiungerei, come riconosciblissima tra altre migliaia di voci è la timbrica di Bob Catley, sempre in formissima e sempre luce guida dei loro album attraverso un carisma e una capacità interpretativa assolutamente fuori dal comune. Per non parlare poi delle caratterizzanti chitarre di Tony Clarkin, regine assolute all’interno dei componimenti e preziose nella loro varietà, tecnica e qualità sonora, avvalorate anche da una produzione dai suoni molto nitidi che lascia in grande risalto anche il resto della band, con rilievo sulle belle orchestrazioni di sfondo che colorano e arricchiscono l’insieme musicale e l’impatto sonoro di questo album.

Il compito di indicarvi i momenti migliori di questo disco sarebbe stato davvero troppo arduo vista l’elevatissima qualità generale del songrwriting, per cui ho preferito descrivervi brevemente ogni traccia qui contenuta. Si parte così con la super opener All The Dreamers, pezzo di pregievole fattura, ritmato e cadenzato, e fin da subito old style e ottantiano nei suoni e nello stile, per poi proseguire con il commovente refrain e l’impostazione pomp-rock di Blood Red Laughter e la varietà di suoni e atmosfere della semi-progressiva Didn’t Like You Anyway. E’ tempo poi dell’elegante title track On The 13th Day ma soprattutto del primo singolo del disco, il brano So Let It Rain, una mid-tempo fresca e coinvolgente, dalla coralità e dal cantato sopra la norma, e forte di un lavoro di tastiere di Mark Stanway davvero di elevatissimo spessore. Massiccio e compatto è il riffing dell’aggressivissima (ma pur sempre epica e melodica) Dance Of The Black Tattoo, mentre torna ad essere avvolgente e profondo il suono della bella Shadow Town, che carica tutta la sua potenza fino ad illuminarsi di maestosità sul suo grande ritornello. Putting Things In Place è una ballad in puro stile Magnum, intensa ed evocativa, che lascia ampio spazio alla voce di Catley, sempre accompagnata da curate orchestrazioni e splendidi suoni di tastiere. Infine in chiusura, Broken Promises torna a dare vigore al riffing di Clarkin, alternando rallentamenti ad accelazioni di puro rock, e See How They Fall si rifà epica e cavalcante, con From Within che chiude le danze con precisione, maestosità e tanta riuscita melodia.

IN CONCLUSIONE

Devo essere io a consigliarvi l’acquisto incondizionato di ogni singola uscita dei Magnum? Ma per favore.. Questa band inglese è da sempre sinonimo di garanzia assoluta, la loro carriera parla chiaro, non è solo questo ottimo album a confermarcelo. Se foste comunque ancora dubbiosi, tenente conto che On The 13th Day è molto probabilmente il loro miglior disco dalla reunion in poi. Se poi ancora non vi bastasse.. beh, cambiate genere 😉    

© 2012 – 2018, Iacopo Mezzano. All rights reserved.

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