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Recensione

70/100

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China – Light Up The Dark – Recensione

02 Agosto 2012 2 Commenti Lorenzo Pietra

genere: Hard Rock
anno: 2011
etichetta: Metal Heaven

Tracklist:

01. Light Up The Dark
02. Hey Yo
03. She’s So Hot
04. Girl On My Screen
05. Lonely Rider
06. Gates Of Heaven
07. On My Way
08. Stay
09. Deadly Sweet
10. Trapped In The City
11. Right Here, Right Now
12. Flesh And Bone
*Rythm Of The Flame
*Can't Call It Working
*Bad Case (Doctor,Doctor)

Formazione:

Eric St. Michael - Voce
Claudio Matteo - Chitarre
Beat Kofmehl - Basso
Billy La Pietra - Batteria
Mack Schildknecht - Chitarre

 

Ritorno sulle scene anche per i China, band svizzera di buon spessore artistico che ha avuto il maggior successo a cavallo tra gli anni ottanta e novanta con l’omonimo China e il superbo Sign In The Sky. Famosi anche per aver ceduto il bassista Marc Lynn ai Gotthard, la band guidata dal chitarrista Claudio Matteo torna sulle scene dopo ben sedici anni di assenza e la domanda sorge spontanea: cosa ci proporrà questo nuovo Ligh Up The Dark? La risposta è semplice: un lavoro riuscito a metà.

E dire che l’album parte forte con la doppietta iniziale Ligh Up The Dark e Hey Yo, canzoni dotate di un bel groove , buone melodie e bei riff, un hard rock massiccio dettato dal suono del basso in primo piano e da chitarre coinvolgenti. She’s So Hot ha un vago sapore di Aerosmith, un grande refrain e un bell’assolo, mentre Girl On My Screen col suo ritornello trascinante ci riporta al sound dei primi album. Ottimo pezzo. Lonely Rider è aor puro; chitarre ritmiche in sottofondo e melodie azzeccate per un’altra killer-song. Gates Of Heaven è romantica e sensuale come solo una bella donna sa essere: la sua dolce chitarra acustica ad accompagnare la voce e un’esplosione di energia nel ritornello elettrico…canzone semplice ma di grande effetto. On My Way è allegra, spensierata, quasi country, il sound trascinante e la collaborazione con Marc Storace rendono la song interessante…Stay ha un qualcosa degli Warrant mischiati ai Poison (quelli di Kotzen) con un sound devoto al rock anni 90, scarno con poche chitarre e tanta melodia…Fin qui sembrerebbe tutto ok, ma proprio ora che siamo al settimo cielo, l’album comincia a prendere una brutta piega. Deadly Sweet ha un sound decisamente troppo moderno, song veramente di basso livello di cui non trovo nulla da dire… Trapped In The City vira sul punk-rock più scarno(da salvare il tecnico e veloce assolo) e anche Flesh And Bone non riesce a lasciare il segno… Right Here Right Now è l’unica traccia a salvarsi in questa seconda parte del disco col suo bel riff iniziale, l’ottimo ritornello e il grande assolo tutto molto ottantiano e radiofonico al punto giusto… Alcune versioni dell’album hanno tre bonus track, Rhythm Of The Flame, Can’t Call It Working e Bad Case (Doctor, Doctor) dove solo quest’ultima (cover) riesce a lasciare il segno.

IN CONCLUSIONE:

Il come back dei China si può definire, come dicevo, riuscito a metà. Alti e bassi in un lavoro ben strutturato e ben suonato, ma che in alcuni frangenti è troppo di mestiere e poco cuore.

© 2012 – 2018, Lorenzo Pietra. All rights reserved.

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