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Recensione

76/100

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Hartmann – Balance – Recensione

21 Maggio 2012 4 Commenti Lorenzo Pietra

genere: Melodic Rock
anno: 2012
etichetta: Avenue of Allies

Tracklist:

1. All My Life *
2. Like A River
3. You Are The One
4. Fool For You *
5. After The Love Is Gone *
6. Save Me
7. Fall From Grace
8. From A Star *
9. Dance To The Wire *
10. Shout
11. Time To Face The Truth
12. The Best Is Yet To Come *

* migliori canzoni

Formazione:

Oliver Hartmann - Voce
Mario Reck - Chitarre
Armin Donderer - Basso
Dario Ciccioni - Batteria

Ospiti:

Jurgen Wust - Organo in "Fall From Grace"
Xaver Fischer - Tastiere
Tiffany Kirkland - Cori

 

Il rock melodico tedesco ha sempre trovato spazio tra le tante band scandinave che predominano la scena europea e Oliver Hartmann si è sempre distinto per qualità e grandi doti vocali. Nonostante i suoi primi lavori con gli At Vance virassero sul power metal tedesco, Hartmann si è saputo distinguere con cinque album AoR di grande caratura quali Out In The Cold (2005), Home (2007), Handmade (2008), 3 (2009) e quest’ultimo Balance.

Il ritorno del singer porta freschezza e melodia, a partire dalla frizzante All My Life, con il suo ritmo trascinante e l’ottimo ritornello che entrano subito in testa. Like A River vira su un sound più moderno, con chitarre scarne e diversi effetti elettronici ma non riesce a lasciare il segno.
You Are The One col suo basso pulsante suona molto pop, ma il refrain salva la song con la sua grande melodia. Fool For You rialza il livello con il buon riff iniziale e ancora un gran ritornello, un ottimo episodio di AoR classico. La ballad After The Love Is Gone, devota ai Foreigner,  inizia con un tappeto di tastiere e un lento incedere di chitarre arpeggiate sfocia in un refrain semplice ma di grande effetto. Le seguenti Save Me e Fall From Grace che, curiosità, hanno praticamente l’intro uguale, richiamano ancora l’AoR più moderno, con cori e arrangiamenti elaborati, senza però coinvolgere. From A Star inizia con voce e chitarra acustica, una song malinconica, con l’assolo eseguito con le keys e il buon ritornello molto sentito da Hartmann. Dance On The Wire richiama i Lynyrd Skynyrd (sentite l’intro), per poi esplodere in un refrain elettro-acustico molto coinvolgente. Ottima song. Shout è invece la cover dei Tears For Fears, canzone elettronica e rockeggiante, di cui non si sarebbe sentita la mancanza, passo falso…. Fortunatamente Time To Face The Truth ci riporta al sound più ottantiano, un classico lento con le guitar che si intrecciano e sprigionano melodia e le tastiere e il basso in primo piano. Si chiude con The Best Is Yet To Come, un AoR di classe, dotato di grandi melodie e molto coinvolgente.

IN CONCLUSIONE:

Hartmann è tornato, un buon album, forse criticabili alcune song che sanno troppo di riempitivo e un’inutile cover quale Shout dei Tears For Fears che ha poco a che vedere con il resto dell’album.

© 2012 – 2018, Lorenzo Pietra. All rights reserved.

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