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Recensione

85/100

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Mario Percudani – New Day – recensione

02 Febbraio 2011 2 Commenti Denis Abello

genere: Pop / Blues / Jazz
anno: 2010
etichetta: Tanzan Music

Tracklist:

01. In My Old Shoes
02. Don't Bother Me *
03. You Can Run *
04. Scarlet
05. New Day *
06. All Over
07. Standing In The Pouring Rain *
08. Tears On The Water *
09. I'll Be There For You
10. God Bless The Child *

* migliori canzoni

Formazione:

Mario Percudani - voce, chitarra, dobro

Ospiti:

Marco Tansini, Gianni Grecchi, Angelo Roveda, Gianni Satta, Elisa Paganelli, Piero Bassini, Barbara Boffelli

 

MelodicRock.it per una volta stacca la spina del Rock per avvicinarsi ad un album dalle sonorità più intimiste e  soffuse. Lo fa però con orgoglio per dare spazio al primo album solista di Mario Percudani, chitarrista di quella splendida realtà hard rock firmata Italia che porta il nome di Hungryheart.
Dopo aver dimostrato tutto il suo talento come chitarrista hard rock melodico molti forse si sarebbero aspettati un album su queste sonorità, anche se il bagaglio artistico di questo artista va ben oltre il rock, ma  Mario ci stupisce regalando con New Day un album che viaggia tra il pop, il blues e qualche accenno di jazz… e noi rockettari per una volta tanto ci mettiamo comodi sulla nostra poltrona e ci godiamo questi minuti di assoluto relax…

LE CANZONI

Una chitarra dolcemente accarezzata ci accompagna nell’introduttiva In My Old Shoes… il ritmo è tranquillamente trascinante e da subito trasmette quel senso di pace e rilassatezza che ci accompagnerà per tutto l’album.
Don’t Bother Me con la sua chitarra blues ci regala una prova vocale splendida. Già con gli Hungryheart avevamo potuto apprezzare la bella intonazione di Mario a fare da contraltare alla voce di Josh Zighetti. Il solo di chitarra blues merita un applauso.
Passiamo così alla splendida You Can Run, tra tutti i pezzi proposti quello che mi ha colpito maggiormente catturando completamente la mia attenzione.  Delicata, dolcemente soffusa e con un testo adatto per tutte le volte che ci sembra di non farcela.
Leggermente sfacciata ma immensamente ispirata Scarlet ci ammalia con il suo ritmo che sembra sempre sul punto di esplodere ed invece ci trattiene in bilico almeno fino a quando la parola non viene passata alla chitarra in un misto di jazz e blues che difficilmente non vi cattureranno.
New Day continua sul passo lento e intimista che per ora ci ha accompagnato fino a qui, anche se qualcosa cambia nel ritornello che si fa più solare e movimentato. Un altro bel passaggio regalato in questo nostro ascolto. Nettamente più tagliente e maliconica All Over ci mette di fronte alle difficoltà che certi cambiamenti possono portare nelle nostre vite. Notevole e riuscito il ritornello.
Ammaliante il connubio voce / melodia che tesse una gran trama in Standing On The Pouring Rain il tutto sorretto da un coro a due voci nel ritornello che sa di classica ciliegina sulla torta. Altro pezzo che ho nettamente gradito!
Riesce nell’intento di stupire anche la bella Tears on the Water con un gran slancio che accompagna il ritornello, impossibile non ritrovarsi a seguire il tempo con la testa, quando poi entra in scena la chitarra allora lo spettacolo è garantito.
I’ll Be There For You porta con se sonorità southern che a tratti accarezzano un rock sopito e che ancora una volta mettono in bella mostra la voce di Mario oltre alla sua splendida prova agli strumenti. Si conclude con un omaggio a Billie Holiday ed alla sua splendida God Bless The Child… che anche in questa versione resta un pezzo di alta classe!

IN CONCLUSIONE

A prescindere dalla recensione, dal voto e dal genere un album da godersi in ogni singola notarilassante ma travolgente, un susseguirsi di emozioni che percorrono ogni secondo! La consacrazione secondo chi scrive di un grande artista italiano che gioca con se stesso e ad ogni passo (Hungryheart, Big Sur, Blueville, come solista) mostra una nuova faccia ed un nuovo volto che ogni volta mettono in risalto la sua classe.
New Day risulta essere un passaggio delicato che si lascia ascoltare facilmente senza mai essere però banale o scontato e con una cura nell’esecuzione veramente sopra la media.
Per chiudere, un album curato sotto ogni più piccolo aspetto e suonato in maniera superba, un acquisto comunque consigliato e che vale almeno un ascolto anche per i rockettari più incalliti.

© 2011 – 2018, Denis Abello. All rights reserved.

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