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Recensione

70/100

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Reckless Love – InVader – recensione

22 Maggio 2016 25 Commenti Luka Shakeme

genere: Pop / Melodic Rock
anno: 2016
etichetta: AOR Heaven

Tracklist:

01. We Are The Weekend
02. Hands
03. Monster
04. Child Of The Sun
05. Bullettime
06. Scandinavian Girls
07. Pretty Boy Swagger
08. Rock It
09. Destiny
10. Let’s Get Cracking (THWP)
11. Keep It Up All Night

Formazione:

Olli Herman - voce
Pepe Reckless - chitarra
Hessu Maxx - batetria
Jalle Verne - basso

 

Ritrovarsi a parlare di un progetto che nasce inizialmente come cover band dei Guns ‘N Roses di questi tempi è davvero grottesco; i gunners volente o nolente rappresentano l’inizio e il crocevia di tantissime band desiderose di iniziare un loro percorso artistico. Chi odia Axl e soci si metta l’animo in pace, i finlandesi Reckless Love fanno parte dello stuolo delle succitate cover band anche se il loro sound degli esordi differisce dallo street di matrice punk dei gunners e si avvicina decisamente allo sleazy. I primi tre full “Reckless Love”, “Animal Attraction”, “Spirit” si muovono su lidi più stradaioli dunque, mentre con l’ultima fatica “InVader” c’è un vero strattone oscillante fra il pop, il rock moderno e qualche reminiscenza passata. Il problema di questo platter come vedrete nel consueto “track by track” sarà proprio questo; cercare di accontentare tutti con episodi a volte privi di un filo conduttore.

“We Are The Weekend” mette subito le carte in chiaro su ciò che la band finnica sembra almeno inizialmente voler proporre propone. Si tratta di un Hard Rock moderno di facile presa. Il primo nome che mi è venuto in mente è stato My Darkest Days. Probabilmente complice anche il timbro medio alto e lo stile asciutto di Olli Herman (ex Crashdiet!!) molto simile all’ugola della band statunitense. Anche il tiro e le armonie vocali sono molto simili. Altra band potrebbe essere Sixx AM oppure Hinder sempre per un discorso di impatto e sonorità moderne lontane dal sound degli eighties.
“Hands” mi conferma le impressioni avute sull’opener. Linee vocali ai limite del pop anche se in questa occasione un briciolo di arrangiamento più ricercato fa capolino. Nulla da dire ottimo pezzo ma ovviamente queste sono progetti che possono far storcere il muso ai puristi del Rock dal palato più fine ma anche a coloro che vogliono sonorità veramente stradaiole e ruvide.
“Monster” è il primo singolo estratto e devo ammettere che ho dovuto riascoltarlo più volte per capire finalmente che non si trattava di una cover. Non so perché ma sembra troppo vicino a qualcosa degli Avanged Sevenfold. Ad ogni modo siamo di fronte alla classica hit radiofonica dal flavour decisamente pop. Si lascia ascoltare, ottima produzione ma tutto palesemente costruito a tavolino.
“Child Of The Sun” aperture synth pop e cantato morbido mi fanno pensare ai Savage Garden. Inorridite vero? Lo so. Beh provate ad ascoltare alcune produzioni della band australiana. Da fan posso dire che in alcuni passaggi l’ex Crashdiet è identico a Darren Hayes. Ok si è ben capito ormai che i finnici mirano ad espandere la propria schiera di fan. Rischio azzardato e probabilmente mossa studiata dalla Universal finlandese. Per quanto mi riguarda nessun problema visto che ascolto veramente di tutto ma in questo caso la corda la si è tirata un po’ troppo.
“Bulletime” potrei considerarlo il primo episodio un po’ più sleaze e acido giusto per accattivarsi i vecchi fan. Cattivello il pezzo e trascinante nel suo caldo groove. Crue, Faster Pussycat, Hanoy Rocks primi Guns fanno capolino e spiazzano a questo punto confermando se non altro la mia impressione di voler accontentare un po’ tutti.
“Scandinavian Girls” è un altro esempio di pop ben fatto e ottimamente prodotto con la classica cura chirurgica per produzioni di questo tipo. E’ questo il nocciolo del discorso. Si tratta di pop e se non fa storcere il naso al sottoscritto a tantissimi altri assolutamente si. Quando la musica non è più arte ma diventa puro business non c’è sotterfugio che tenga. Non bisogna essere dei discografici o grandi giornalisti del settore per capire che questo lavoro punta ad essere ascoltato anche da chi compra Avril Lavigne, Miley Cyrus e altri nomi che evito di nominare perché sarebbe una lista lunghissima. Il problema è che se esci fuori dal tuo territorio di appartenenza rischi di cimentarti in qualcosa che ti riesce a metà, come in questo caso, dove il pezzo scivola via e non lascia quasi nulla. Precedentemente ho nominato Darren Hayes; appunto facciamo fare certe cose a chi le ha sempre fatte.
“Pretty Boy Swagger” direi che un ibrido fra pop e elettrorock. Non riesce a coinvolgermi forse perché soluzioni moderne e ai limiti del synth pop vanno a scontrarsi con chitarre più taglienti. Il pezzo in questione direi che rappresenta la sintesi del mio discorso ormai palesemente illustrato. Mezzo scivolone.
“Rock It” è un hard rock che sembra essere scuro nelle strofe per poi aprirsi in ritornelli ariosi. Bisognoso di essere ascoltato almeno una seconda volta per essere apprezzato ma in linea di massima direi che non morde né seduce per quanto la band vorrebbe.
“Destiny” è un altro episodio pop oriented. Almeno c’è più quadratura in un arrangiamento curato ma non eccessivo. Il tutto ha il pregio di non ricercare la soluzione ai limiti del plagio e nella sua semplicità riesce a farsi ascoltare. Liberate la mente però perché solo chi ha modo di ascoltare questo platter può capire le mie interpretazioni che ripeto restano soggettive.
“Let’s Get Cracking” è sicuramente incisivo. Fra le migliori tracce di questo lavoro palesemente altalenante. Melodie vocali sempre di facile presa ma su soluzioni che oscillano fra l’hard rock più classico e lo street. I chorus sono riuscitissimi ma questo aumenta le mie perplessità su scelte artistiche discutibili derivanti anche dall’ordine dei pezzi in scaletta.

IN CONCLUSIONE

Non mi sento di elogiare come avrei voluto questo dischetto che purtroppo come già accennato si dimostra a tratti evanescente e insicuro. Sembra un bivio a cui i rockers finnici siano stati messi quasi per forza. Il futuro platter dirà con più certezza la strada finalmente intrapresa e a quel punto si tireranno le somme. Se dovessi consigliarne l’acquisto al momento avrei qualche difficoltà proprio per qualche scelta azzardata, ma oramai il dardo è tratto.

© 2016 – 2018, Luka Shakeme. All rights reserved.

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