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Wake The Nations – Sign Of Heart – Recensione

20 Aprile 2015 9 Commenti Luka Shakeme

genere: Aor
anno: 2015
etichetta: Inverse

Tracklist:

01. Fayritale Romance (voce: Krister Stenbom)
02. The Touch Of Your Hand (voce: Taage Laiho)
03. All I Want (voce: Estef Martinez)
04. So Broken (voce: Krister Stenbom)
05. Love Distract The Senses (voce: Janne Hurme)
06. This Feeling (voce: Dado Topić)
07. Seas Of Emptiness (voce: Estef Martinez )
08. Love Lead The Way (voce: Nils Nordling)
09. Until The End Of Time (voce: Janne Hurme)
10. Who Am I (voce: Risto Tuominen)

Formazione:

Risto Tuominen - Chitarre
Janne "Gekko" Granfors - Basso
Jori "Jorge" Tojander - Tastiere
Tuomas Pelli - Batteria

Contatti:

https://www.facebook.com/WakeTheNations

 

 

Progetto finnico mi viene proposto dal nostro capetto, anche se in realtà siamo noi che con una punta di masochismo andiamo a tuffarci in territori a volte minati. Io sono un maestro in questo, mi pesco i nomi meno rilevanti e diciamo che non mi piace vincere facile; inoltre parto con entusiasmo diverso nel parlare di dischi che non godono dell’appoggio di agenzie e webzine quantomeno di buona visibilità. Il rovescio della medaglia è che si corre il rischio di incappare in lavori come “Sign Of Heart” del progetto Wake The Nations. Un lavoro che vede coinvolti diversi singer e che mi ha lasciato l’amaro in bocca dopo i primi episodi in cui credevo mi trovassi di fronte a un interessantissimo platter.

Fayritale Romance” presenta la band finnica in stato di grazia, sound e chorus ficcanti sono la peculiarità di questa gradevolissima opener, un aor che non lascia gridare al miracolo ma ripeto, bel biglietto di presentazione.
The Touch Of Your Hand” la band preferisce soluzioni più aperte grazie anche alla presenza di tastiere che in situazioni di questo tipo fanno decollare un pezzo. Le chitarre vengono messe in secondo piano a favore di un sound tipicamente aor con ampio spazio a un cantato caldo e interpretativo.
All I Want” malgrado si presenti con un intro più sperimentale in definitiva è un altro anthem aor da canticchiare fin dal primo ascolto. Il progetto verte esclusivamente come già anticipato in sede di presentazione sui tanti vocalist presenti e di conseguenza una buona valorizzazione degli stessi. Unico appunto per quanto riguarda i suoni di batteria veramente bruttini e finti e anche le chitarre sembrano penalizzate dal mix.
So Broken” mette ancora una volta in buona evidenza il lavoro svolto dalle tastiere sempre presenti a sostenere chitarre che specie nel pezzo in questione non fanno la parte del leone, il tutto in favore ancora una volta di armonie vocali molto chiare e trascinanti. In definitiva credo di aver inquadrato un lavoro che non farà strappare i capelli ma ordinario seppur ben fatto.
Love Distract The Senses” è una ballad gradevole ma complice arrangiamenti quasi esclusivamente incentrati su lavori di tastiere decisamente troppo presenti e con una scelta di suoni troppo celestiali affossano il pezzo rendendolo quasi soporifero.
This Feeling” anch’esso è da etichettare come un’altra ballad senza infamia e senza lode. Chitarre ancora una volta spente in favore di discrete soluzioni tastieristiche ma complice bpm troppo bassi il tutto è ai limiti della noia.
Seas Of Emptiness” il pezzo peggiore del lotto. Potrei iniziare con gli evidenti problemi di difficoltà metriche nelle liriche per arrivare a un sound poco ispirato, passando per una prestazione vocale non impeccabile. Chi si cimenta in lavori di questo tipo dovrebbe sapere che i termini di paragone sono ingombranti, non basta amore e dedizione per annullare gap importanti.
Love Lead The Way” non lascia gridare al miracolo ma quantomeno riesce a farsi notare per una bella voce dal timbro caldo con una bella interpretazione. Riesce a farsi ascoltare e non si ha il desiderio di scappare al pezzo successivo. Che odio la batteria; voglio sperare che sia “disegnata” e non suonata, anche se oggigiorno da questo punto di vista si riesce a fare cosa eccelse.
Until The End Of Time” mi vien da definirla come l’ennesima power ballad. Ciò che inizialmente mi aveva lasciato sperare a un disco di pregevole fattura si sta delineando quasi una sofferenza per il sottoscritto. Ma non me ne vogliano gli artisti coinvolti se un giorno qualcuno avesse voglia di tradurre questa recensione per loro ma non si può infarcire un disco di ballad per giunta pieno zeppo di vocalist sconosciuti e a volte di limiti artistici evidenti. Solo gli Aerosmith o i Def Leppard potrebbero permettersi un azzardo del genere.
Who Am I” prosegue su una scia negativa su cui aleggia la seconda parte del disco, non mi va di inferire ulteriormente.

IN CONCLUSIONE

Un lavoro che inizialmente era riuscito a coinvolgermi; i primi 4/5 pezzi lasciavano intravedere un bel dischetto, fino a quando il tutto è iniziato a crollare rovinosamente, un castello di sabbia accartocciatosi su se stesso.

 

© 2015 – 2022, Luka Shakeme. All rights reserved.

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