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Recensione

70/100

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Captain Black Beard – Before Plastic – recensione

28 Giugno 2014 Comment Denis Abello

genere: Rock / Hard Rock
anno: 2014
etichetta: Dead End Records

Tracklist:

01. Please Come Home
02. Somebody *
03. New York City
04. Bad Girl *
05. Music Man *
06. Aiming For Love *
07. Keep On Drivin’
08. Shout
09. Life’s What You Make It *
10. Takin’ You Out
11. Listen Up

* migliori canzoni

Formazione:

Sakaria Björklund – voce / chitarra
Victor Högberg – batteria
Robert Majd – basso
Christian Ek – chitarra

 

Dal cuore pulsante del Melodic Rock Europeo, cioè la Svezia per chi se lo fosse chiesto, arriva una band che fa del puro e sano Rock patinato e oliato vecchio stile U.S.A.! I Capitan Black Beard si sono fatti un nome con il loro debutto che riuscì a far alzare l’attenzione verso il loro nome, e a distanza di qualche anno il Capitano Barba Nera da buona tradizione marinaresca tenta il colpaccio per dimostrare che la qualità non manca e che il debutto non fu solo frutto di fortuna e guascona pirateria ma di pura bravura!
Bene, diciamo che a dare un’occhiata a questo plattern i presupposti non mancano. Dallo stile proposto che come dicevamo va a scavare in un bel rock / hard rock di matrice U.S.A. che in più di un’occasione strizza l’occhio ai Kiss per arrivare ad una serie di guest di ottimo livello quali Bruce Kulick (che guarda caso è un ex-KISS ma ha fatto parte anche dei Grand Funk Railroad e Union), Tommy Denander (Imperia, Radioactive) e Mats Karlsson (220 Volt, The Summit) e per finire diciamolo gioca su una band di qualità.

Please Come Home non parte male, si mouve bene, la voce particolare di Sakaria dona qualcosina di particolare ma, pur con la partecipazione alla chitarra di Kulick, manca il guizzo e così meglio lanciarsi subito su Somebody in cui l’acuto iniziale ci piazza su un pezzo rock bello vivace e una delle migliori song del contesto, gusto AOR donato dall’ospite Tommy Denander!
I pezzi che si lasciano ascoltare non mancano e diciamo che in generale tutti sono ben confezionati e realizzati come Bad Girl che rimanda ai pezzi più soft di Kisseiana memoria e notevole sicuramente anche Music Man con un ritornello di una semplicità disarmante ma che si piazzerebbe in testa anche di un ornitorinco, per non parlare dello stile di Aiming For Love, un pezzo semplice e diretto alla Reckless Love cantanto da una voce dall’appeal nettamente più blues e grezza! Possibile Hit?
Da qui bisognerà attendere però Life’s What You Make It per tornare a risollevare la testa grazie a quel suo sottile filo appena percettibile che unisce il rock di settantiana memoria con incursioni chitarristiche che si lanciano su uno stile ottantiano. Uno dei pezzi più interessanti del lotto.
Ci sarebbe ancora da citare la conclusiva Listen Up che nell’intento acustico / rock sarebbe anche buono ma che come per l’iniziale Please Come Home manca del guizzo decisivo per farla sollevare e e decollare.

IN CONCLUSIONE

Si parte fiacchi, ci si risolleva alla grande, si torna a scendere per ridare carica verso la fine che però nuovamente viene smorzata in conclusione. Luci e Ombre, alti e bassi, le qualità ci sono ed in generale anche le potenzialità. Bella la voce di Sakaria e la band si muove con sicurezza e tranquillità ma i pezzi non sono tutti allo stesso livello e alcuni passano troppo in sordina.
L’altra faccia della medaglia però è che quando i pezzi funzionano, vedi la parte centrale con Bad Girl, Music Man, Aiming For Love allora ci si trova ad ascoltare un ottimo album sorretto in toto da sound e voce.
Si può concludere dicendo che il gruppo con i primi due album ha dimostrato di avere le armi giuste e di saperle anche usare, ma che al momento manca ancora un pò di precisione nella mira per far si che buona parte dei colpi vada a centro sicuro! Comunque un album dalle buone potenzialità che merita almeno un ascolto e se il sentore non mi inganna il terzo sarà un gran centro!

© 2014 – 2017, Denis Abello. All rights reserved.

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